Napoli, la mobilità ostaggio dei taxi:
furti e truffe allontanano car sharing

Napoli, la mobilità ostaggio dei taxi: furti e truffe allontanano car sharing
di Valerio Iuliano
Mercoledì 22 Febbraio 2017, 12:00 - Ultimo agg. 12:25
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Auto elettriche, car sharing e perfino auto stampate in 3D o addirittura senza il guidatore. Nel resto d’Europa le vetture elettriche sono già una realtà consolidata, un fenomeno che si può toccare con mano nelle strade di tante metropoli. Ancora più diffuso il fenomeno Uber, ormai uno dei punti di forza della sharing economy. Mentre, per le auto con la guida automatica, forse bisognerà aspettare ancora un poco. Ma tutto quello che nel resto del continente si è già affermato come mobilità 2.0, a Napoli- ancor più che nel resto d’Italia - è solo una chimera.

Auto elettriche Dinanzi ad un trasporto pubblico locale ridotto ai minimi termini - in particolare gli autobus - e a livelli di inquinamento atmosferico ed acustico ben oltre i livelli di guardia, l’uso di vetture elettriche sarebbe come un toccasana. Ma a Napoli di auto senza emissioni inquinanti non se ne vedono. «La diffusione delle auto elettriche in città – ammette l’assessore comunale alla Mobilità Mario Calabrese – è ancora molto limitata e, purtroppo, cresce a Napoli molto meno che nel resto del Paese. Basti pensare che negli ultimi 6 anni le auto elettriche in Italia sono aumentate dell’80%, a Napoli solo del 20%. Ciò dipende certamente da fattori economici che l’Amministrazione deve, per quanto possibile, compensare con mirate azioni di incentivazione».

Il 60% delle auto circolanti a Napoli ha più di 10 anni. E, tra queste, circa la metà ha un’immatricolazione che risale addirittura a più di venti anni fa. La vetustà del parco mezzi è una delle cause principali della cappa di inquinamento che soffoca Napoli. E allora gli incentivi a favore dell’utilizzo delle auto elettriche potrebbero essere una panacea. Ma non lo sono. Gli stessi incentivi, introdotti nel 2015 con una delibera e poi prorogati dal primo gennaio del 2017 per altri due anni, consistono nella sosta gratuita sulle strisce blu e nel transito libero nelle ZTL. Tuttavia le misure adottate non hanno favorito l’acquisto delle vetture elettriche. Le immatricolazioni sono state meno di 100. Indubbiamente la scarsa propensione all’acquisto delle auto elettriche deriva anche dai costi, a tutt’oggi più elevati rispetto a quelli delle vetture tradizionali. Ma, anche per i pochi potenziali acquirenti, le difficoltà sono tantissime, a cominciare dallo scarsissimo numero di colonnine di ricarica in città. Solo qualche decina.
 

Anche sul versante del car sharing di auto elettriche, le possibilità sono ridottissime. Una sola compagnia pubblica opera a Napoli dallo scorso mese di ottobre. Si tratta della Amicar sharing, che punta a dotare la città di un sistema di mobilità a condivisione e a basso impatto ambientale. Sono quattro i punti di prelievo e di rilascio distribuiti sul territorio cittadino. Si va dal Maschio Angioino al Museo Nazionale, dal Parcheggio Brin a Piazza degli Artisti. In tutto 11 le colonnine. Altrettanti i veicoli elettrici a disposizione. Appena 100 le tessere d’iscrizione. Un numero che conferma la poca attitudine dei napoletani a dotarsi di un’auto elettrica, nemmeno per poche ore e con una tariffa conveniente. Si tratta, comunque, di un progetto embrionale. Ed altri in città non se ne vedono. Un finanziamento di 50 milioni di euro è stato erogato dal Ministero dei Trasporti tra il 2013 e il 2015 «per la ricarica di veicoli alimentati ad energia elettrica». Ma, finora, sono stati spesi su tutto il territorio nazionale appena 6mila286 euro, perché in molti casi mancano le convenzioni con le Regioni. L’amministrazione comunale partenopea, intanto, conta di incrementare il numero delle colonnine sfruttando i parcheggi dell’Anm. Solo un’idea. 

Bike parking Tra le iniziative del Comune c’è anche quella per favorire l’offerta di parcheggio per le biciclette sul territorio cittadino. Ma il progetto è ancora fermo. Uan rastrelliera è stata già installata nella stazione Municipio della linea 1 della Metropolitana. E, per il resto, l’Anm, «si è impegnata - si legge sul portale del Comune - a verificare la possibilità di installare analoghe rastrelliere in due stazioni e tre parcheggi». Ai ciclisti restano solo i 23 parcheggi delle rete Apaan-Confcommercio. 

Taxi collettivo Era stata annunciata nello scorso ottobre come una soluzione utile ad alleggerire il traffico, consentendo nello stesso tempo a tanti cittadini di spostarsi in taxi da una zona all’altra con soli 2 euro. Ma di taxi collettivi, in giro, se ne vedono pochissimi. O forse nessuno. 

Uber Napoli non figura tra le città di destinazione del colosso del trasporto automobilistico privato. Se ne ricava la conferma sul portale di Uber. Un segnale dello scarso interesse per la città, che non viene considerata un mercato potenzialmente redditizio. E, così, chi cerca un passaggio in macchina per dirigersi da Napoli in un’altra zona d’Europa è costretto a rinunciare. 

Car sharing L’auto condivisa a Napoli è solo un’utopia. “Vietato andare al Sud”, annunciò l’estate scorsa Car2go. Ed anche di Enjoy, per ora, non c’è traccia. Il contesto, forse, non aiuta. «Nel regolamento del Comune non è previsto il car sharing», spiegò tre anni fa la società Bee, allontanandosi poi dalla città. Il car sharing con le auto elettriche a Parigi, intanto, rischia di diventare una moda. 
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