Inaccessibile e invaso da escrementi: la triste sorte del carcere di San Gennaro a Pozzuoli

Pozzuoli, il carcere di san Gennaro in degrado
Pozzuoli, il carcere di san Gennaro in degrado
di Antonio Cangiano
Martedì 19 Settembre 2017, 11:52 - Ultimo agg. 12:32
2 Minuti di Lettura
«Quivi evvi la Capella di San Gennaro, che occupa due delle dianzidette camere con l’ingresso nella parte interna. In questa vi si entra con somma venerazione e devozione per la tradizione che si ha, di esservi stato rinchiuso questo santo Martire e Compagni; per cui a questo anfiteatro si è dato anche il nome di carcere di San Gennaro». 

Così descriveva nel 1826 lo storico Lorenzo Palatino in Storia di Pozzuoli e dintorni, un luogo poi diventato di culto dove la tradizione popolare vuole siano stati imprigionati i martiri cristiani Gennaro, Procolo e Sossio in attesa del martirio, nei fatti  una cappella votiva ricavata nell’ambulacro dell’anfiteatro Flavio di Pozzuoli. Meta fino a trent’anni fa di devozione e pellegrinaggio, il luogo di culto oggi è invaso dagli escrementi dei volatili, inaccessibile e in abbandono per problemi legati alla staticità degli ambienti.

A maggio il Coordinamento delle Associazioni flegree-giuglianesi (Co.As.) impegnato a difesa dell’ambiente e sulla valorizzazione del patrimonio storico-artistico-culturale, ha lanciato un appello al ministro Franceschini ed ai diversi livelli istituzionali, «perché finalmente vengano utilizzati i fondi stanziati per la valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio storico-artistico-culturale, che potrà determinare condizioni di sviluppo e di occupazione».
 
 

Il cosiddetto carcere di san Gennaro, è una cella di pochi metri quadri ricavata in uno degli ambienti di sostruzione della cavea dell’anfiteatro neroniano flavio. Realizzata nel 1689 per volere del vescovo di Pozzuoli Domenico Maria Marchese a  ricordo,  ma senza alcun fondamento storico che suffragasse, della prigionia di san Gennaro e dei suoi compagni prima di essere esposti alle belve nell’arena.  Nel 1715 alla Cappella preesistente, diventata ormai insufficiente a contenere un numero sempre crescente di devoti, specialmente durante le feste liturgiche del primo sabato di Maggio e del 19 Settembre, fu aggiunta un’altra utilizzando un ambiente contiguo dove fu eretto un altare in pietra, su questo fu posta una tela raffigurante la decapitazione di San Gennaro e dei compagni.