Parquet bagnati e stadi bui:
perché i club emigrano fuori Napoli

Parquet bagnati e stadi bui: perché i club emigrano fuori Napoli
di Gianluca Agata
Domenica 9 Ottobre 2016, 22:50
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«E nel nome del progresso il dibattito sia aperto, parleranno tutti quanti, dotti medici e sapienti». «Tutti intorno al capezzale di un malato molto grave anzi già qualcuno ha detto che il malato è quasi morto». Cantava così Edoardo Bennato nella sua “Dotti medici e sapienti”. Ed a Napoli lo sport agonistico di squadra è praticamente morto. Il caso del Cuore Napoli Basket del presidente Ciro Ruggiero costretto a rinviare la partita con la Stella Azzurra di serie B di basket per un problema di agibilità al palaBarbuto è soltanto la punta di un iceberg fatta di squadre che regolarmente vedono i loro impianti negati, oppure costretti ad emigrare in altre realtà dell’hinterland partenopeo, oppure sciogliersi o peggio ancora vedere il patrimonio di impiantistica deteriorarsi mese dopo mese fino a dover poi alzare bandiera bianca e cessare l’attività.

La grande fuga dal Collana è cominciata con la Partenope Rugby che anni fa strinse una convenzione con il comune di Pomigliano. Poi l’accordo tra il Coni e l’Esercito italiano ha permesso di rivitalizzare lo stadio Albricci e lo storico quindici partenopeo è da quattro anni protagonista sull’impianto dell’Arenaccia. Al Collana restano soltanto delle squadre di minirugby per attività ludica ma non agonistica. A seguire anche il Napoli Calcio femminile ha dovuto dire addio all’impianto vomerese dopo aver speso negli anni circa 300mila euro. Gitane le ragazze che promuovono il calcio femminile a Napoli. Al martedì si allenano al San Germano, al mercoledì sulla pista del Collana per la parte atletica, al venerdì ad Agnano. Le gare ufficiali al Denza a Posillipo. E non c’è da stupirsi se il campionato è cominciato con un passo falso contro Latina.

Non cambia la situazione per il football americano (Napoli ‘82ers) che gioca il campionato Under 19 ed Under 16 allenandosi il martedì e giovedì (ore 20-22) con un impianto di illuminazione con sole due torri e 6-7 lampade ognuna. Tante le iniziative, anche con le scuole ma sempre con la possibilità di poter lasciare è sempre dietro l’angolo senza riuscire a fare programmazione.

C’è anche chi combatte con il polifunzionale di Soccavo per parlare delle società di volley. Negli anni la struttura ha ospitato la Megaride di B1, l’Orion. Tutte squadre che, per un motivo o per l’altro sono state costrette a ridimensionare la loro attività trovandosi spesso a dover rinunciare alla palestra. Ora ci riprova una squadra nuova di zecca, il Real Volley Napoli B2 femminile, la punta di diamante della pallavolo a Napoli che pure non molti anni fa vinceva competizioni internazionali con il Centro Ester Barra e vedeva grandi giocatori all’ombra del palavesuvio giocare contro la Com Cavi Napoli. Ora la grande pallavolo si fa ad Aversa con l’A2 maschile, Arzano con la B1 femminile.

Ma c’è anche chi vorrebbe venire in città. È il caso della Lollo caffé di calcio a cinque. La formazione di futbol da sala gioca a Cercola da cinque anni. Vorrebbe tornare a Napoli e la presentazione della squadra a palazzo San Giacomo lo dimostra. Ma non riesce. Ed allora ha costruito a Cercola un feudo dal quale, grazie anche ai buoni rapporti con l’amministrazione locale, difficilmente si staccherà. «Certo - dicono i dirigenti - ci piacerebbe giocare al PalaBarbuto o in altra struttura napoletana ma la vediamo difficile al momento». Ed allora meglio la sana provincia che di strutture è sicuramente meglio attrezzata. 
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