Sorbillo contro Sorbillo: battaglia in tribunale sull'uso del nome

Sorbillo contro Sorbillo: battaglia in tribunale sull'uso del nome
di Luciano Pignataro
Sabato 15 Aprile 2017, 09:08
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Condurro contro Condurro, Sorbillo contro Sorbillo. Adesso che la pizza napoletana sta diventando qualcosa di davvero rilevante sul piano economico, le controversie non possono essere più risolte bonariamente in famiglia ma finiscono in Tribunale. Già, perché le saghe tra pizzaioli a Napoli sono numerose, citiamo i Mattozzi, gli Oliva, i Cacialli, i Salvo, i Coccia. Ma ormai parliamo di marchi registrati e pizzerie che aprono a Milano, Roma, New York, Tokyo, Parigi. E dove ci sono soldi c’è sempre lavoro per gli avvocati e i giudici chiamati a decidere su marchi e diritti societari.

Lo abbiamo visto nel braccio di ferro tra i due rami della famiglia Condurro sull’uso del nome, famoso a livello mondiale, Da Michele esploso con le aperture di Fuorigrotta e di Milano da un lato, di Roma e Londra dall’altro. Un accordo terminato con l’uso del marchio “Antica Pizzeria da Michele” per i titolari del locale a Forcella e “Da Michele/I Condurro” per quelli di Fuorigrotta.

Adesso è Gino Sorbillo, il più famoso e mediatico pizzaiolo di Napoli, a scendere in campo per via legale chiedendo al giudice della sezione specializzata in materia di imprese presso il Tribunale di Napoli Francesco Abete il provvedimento di sospensione dell’uso del cognome alla pizzeria aperta dal cugino Luciano nella centralissima via Depretis, proprio di fronte alla Guardia di Finanza. Una richiesta accolta con provvedimento di urgenza ex articolo 700. «Mi è dispiaciuto arrivare a questo punto -dice Gino - ma dopo vent’anni impegnati a difendere e valorizzare la tradizione di famiglia, ho dovuto tutelare i diritti miei, della mia famiglia e di mio fratello Toto».

In realtà per il giudice Abete sarà più complicato del previsto sciogliere questa matassa perché la saga dei Sorbillo nasce negli anni ‘30 quando il pizzaiolo Luigi aprì la pizzeria insieme alla moglie Carolina. Da loro nacquero ben 21 figli, molti dei quali continuarono in un modo o nell’altro il lavoro del padre. E dopo di loro i nipoti. Il primo figlio di Luigi e Carolina, Rodolfo, padre di Luciano, fu il pizzaiolo che negli anni ‘50 inventò la pizza con il cornicione ripieno di ricotta. L’ultimo, Salvatore, è invece padre di Gino.

Nel loro ricorso contro il provvedimento di sospensione adotatto dal giudice, gli avvocati Angelo Pisani e Daniela Pasquali sostengono che la nuova pizzeria di via Depretis non è che l’ultimo anello di una catena che porta dritto al capostipite Luigi e che Luciano negli ultimi anni ha ripreso l’attività del padre aprendo nel 2007 insieme al fratello Gigi una pizzeria proprio a via Tribunali con il cognome Sorbillo e controla quale Gino non ha mai avviato azione di natura legale. Del resto non è l’unico caso di uso del cognome perché molti nipoti hanno aperto pizzerie: attualmente oltre a via Tribunali, proprio affianco alla pizzeria di Gino, c’è Carolina (sorella di Luciano) a Salerno, altre a Venezia e in Brasile. 

Attualmente, sostengono nella memoria gli avvocati di Luciano Sorbillo, sono almeno quattro i marchi registrati con questo cognome in Campania e non vi può essere confusione tra loro perché hanno sempre in aggiunta il nome del titolare dell’esercizio.

Nella disputa legale non mancano, ovviamente, i colpi bassi: Pisani e Pasquali lasciano quasi intendere che dopo la morte di zia Esterina, una dei 21 figli, Gino ha forzato la mano appropriandosi dell’eredità del nome con il marchio Antica Pizza Fritta Zia Esterina (con punti al Vomero, in Piazza Triste e Trento, a Milano e adesso anche a New York) mentre sarebbe stato invece proprio Luciano il nipote a lei più vicino. 

Per il commercialista Sergio Maiorino, consulente di Gino Sorbillo, e l’avvocato Alessandro Limatola, siamo invece in presenza di una situazione ben diversa, ossia di componenti della famiglia che nella vita erano impegnati in altri campi e che adesso si sono messi sulla scia del lavoro fatto dal famoso pizzaiolo che ha creato dal nulla, con tanti sacrifici, un vero e proprio marchio.
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