Napoli, inferno di lamiere sul lungomare: sosta selvaggia lungo la pista ciclabile

Napoli, inferno di lamiere sul lungomare: sosta selvaggia lungo la pista ciclabile
di Cristina Cennamo
Domenica 25 Giugno 2017, 22:45
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La polizia municipale che fa? Se lo chiede Flavio Merlino, un cittadino napoletano che come tanti altri in queste sere è rimasto intrappolato nel traffico del lungomare, reso ancor più insormontabile dalla presenza del Napoli PIzza Village a pochi metri.

Quel che accade, sera dopo sera e certamente non per colpa degli organizzatori della manifestazione, è che tantissimi spettatori piuttosto che cercare un parcheggio tra i posti blu o nelle autorimesse private hanno preso l'abitudine di parcheggiare direttamente lungo la pista ciclabile del lungomare, andando così a restringere la carreggiata.

«Ma il problema vero - spiega Merlino - è che i vigili c'erano e io stesso quando mi sono reso conto della situazione sono andato personalmente ad avvisarli, era il secondo giro che facevo e le auto in quel momento erano solo due. Poi, dovevo fare un servizio e sono andato al corso Vittorio Emanuele: il tempo di andare e tornare ed era diventato l'inferno di macchine. E i vigili erano sempre lì ma non facevano niente, quindi non c'era un'assenza ma era come se non ci fossero. Allora io mi chiedo: perché non verbalizzare le auto in sosta selvaggia?».

Una domanda che si sono posti in tanti, anche perché in alcuni casi questi automobiisti non certo modello hanno parcheggiato persino in seconda fila facendo sì che quelli in transito restassero fermi pensando a un incolonnamento, con ulteriore aggravio del traffico.

«I vigili ci sono, ma riescono a non vedere niente», gli fa eco l'ingegnere Giuseppe Montella, che aggiunge: «L'altra sera sono passato verso le venti. Diverse auto e diversi agenti a piedi: motorini con due e tre passeggeri senza casco, auto che facevano inversione di marcia, auto che parcheggiano dove più gli fa comodo sotto il loro naso, gente che attraversava infischiandosene di strisce pedonali e semafori. E questo fa ancora più rabbia dell'assenza».
 
«Stiamo tutti sottolineando positivamente che il turismo è in aumento e che potrà essere in futuro un comparto produttivo strategico per la nostra città - commenta a sua volta il manager Gigi Porcelli - ma l'assenza di senso civivo crea enormi disservizi con ripercussioni negative di immagine e di vivibilità, aggravata per di più dall'assenza visibile dei vigili urbani e delle forze dell'ordine che dovrebbero essere i primi controllori e facilitatori del rispetto delle  disposizioni di un governo urbano. Il che non è giustificabile in una città come Napoli, che sta cercando in tutti i modi di rilanciarsi». 

Ma il punto, spiega il presidente della prima Municipalità Francesco De Giovanni, è che «abbiamo due ordini di problemi: da una parte - spiega - il numero molto limitato dei vigili a disposizione, accentuato dall'impossibilità di assumerne di nuovi a causa della evidente difficoltà di bilancio. Così come dell'obbligo di turnazione degli stessi caschi bianchi per gli orari serali e per i fine settimana e per i giorni festivi. Dall'altra, poi, l'evidente difficoltà del sindaco e della sua giunta a trattare il tema della sicurezza: una legalità di plastica dietro la quale si nasconde il Comune. Basti pensare al macello combinato con la delibera sul mercato itinerante, l'ambulantato, con la quale si inibiscono solo alcune strade lasciando campo libero agli ambulanti sul resto della città. In questa caso come municipalità abbiamo espresso parere negativo alla delibera, purtroppo non vincolate, chiedendo l'esclusione di tutte le strade di nostra competenza all'ambulantato. Ricordo inoltre l'immediata strigliata fatta dal sindaco a quei vigili, che nell'esercizio del proprio dovere aveva applicato una legge dello Stato, ovvero il daspo, emanata proprio per mettere un freno ai fenomeni di ambulantato e parcheggiatori abusivi».
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