«Troppo degrado nel centro storico di Napoli», la denuncia del titolare del bistrot

«Troppo degrado nel centro storico di Napoli», la denuncia del titolare del bistrot
di Valerio Esca
Mercoledì 21 Febbraio 2018, 11:06
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«Siamo completamente abbandonati dalle istituzioni, eppure facciamo rispettare l'ordinanza sulla movida ai nostri clienti, siamo dalla parte della legge sempre e paghiamo le tasse». È ancora scontro nelle zone della movida. A parlare è Roberto Tranchese, tra i titolari di un bistrot tra i più in voga del momento al centro storico di Napoli. Ieri si è lasciato andare ad uno sfogo su Facebook, nel quale tira in ballo il presidente della seconda Municipalità Francesco Chirico e l'Asìa, azienda partecipata che si occupa della raccolta dei rifiuti. «La mia attività - scrive Tranchese è situata nel centro storico, esattamente in vico Donnaromita, a pochi metri da piazza San Domenico, dove combattiamo oramai da tempo una battaglia in difesa dei nostri diritti, di cittadini e di commercianti, contro il continuo abuso e sopruso operato da un piccolo manipolo di residenti e non, abituati a fare di questo, come di altri pezzi di città, una appendice del proprio spazio privato. Auto, motorini, immondizia e quant'altro, il tutto senza che neppure una volta sia passato qualcuno a controllare la veridicità delle nostre denunce». «Combattiamo senza successo una battaglia incalza il titolare - che dovreste combattere voi che siete deputati a fare questo. Al danno delle auto, delle moto e più in generale del totale abbandono in cui versa questa parte di città da noi presidiata, da oramai un mese si aggiunge quello ancora più oltraggioso ed avvilente di un cumulo di rifiuti, armadi, sedie, scaffali, vetri rotti e segnaletica stradale divelta che, pur avendo noi segnalato all'Asìa, ad oggi non ha trovato ancora riscontro». La prima segnalazione è partita il 14 gennaio, seguita da un altro richiamo il 23 gennaio. L'ultima è del 7 febbraio. «Siamo al 20 febbraio e non è cambiato nulla» tuona ancora uno dei tre gestori dell'attività.
 
Ma il centro storico non è certo l'unica zona della città dove si concentra la movida, basti pensare ai baretti di Chiaia, a via Aniello Falcone e Bagnoli. Un quadrilatero sul quale vige tutt'oggi l'ordinanza sindacale anti-caos firmata dal sindaco de Magistris lo scorso 17 novembre. Un'ordinanza che a leggere i resoconti della polizia Municipale del lunedì mattina lascia poco spazio all'immaginazione. Secondo i residenti di Chiaia «l'ordinanza è stata un flop, anzi, adesso sono tornati a mettere la musica alto volume anche di lunedì, con le strade vuote» racconta Caterina Rodinò, del comitato «Chiaia viva e vivibile». «L'ordinanza nel suo complesso non ha avuto risvolti aggiunge Rodinò - Nessuno pulisce e la musica si sente fuori dai locali». Spulciando i verbali degli ultimi weekend è evidente il dato: 16 i gestori sanzionati per l'occupazione abusiva di suolo pubblico per un importo totale delle sanzioni di 23 mila 500 euro soltanto nell'ultimo fine settimana; un nuovo locale in Vicoletto Belledonne è risultato sprovvisto delle autorizzazioni sanitarie e per la somministrazione, nonché per la diffusione di musica e per l'occupazione abusiva di suolo pubblico, sanzionato per un importo di  7 mila euro. Fioccano verbali anche nei controlli per il corretto conferimento dei rifiuti.

La protesta però viaggia su entrambi i versanti. Così il gestore del baretto del centro storico lancia la sua invettiva: «È triste dover richiamare attraverso un social al proprio dovere un amministratore, ma forse è la sola maniera per fare in modo che almeno si desti, lei e tutti gli amministratori di questa città, da questo torpore avvilente». La replica del presidente della Municipalità Chirico, non tarda ad arrivare: «Stiamo registrando sul centro storico delle grosse difficoltà rispetto al prelievo di alcuni materiali, cartoni in particolar modo. Anche ieri, abbiamo ragionato durante la Consulta della notte con Iacotucci, amministratore unico di Asìa, di come provare a migliorare alcuni servizi, rispetto alla raccolta di vetro e cartoni. Le istituzioni ci sono e cercano di dare risposte». Chirico prova poi a gettare acqua sul fuoco: «Invito Tranchese a partecipare alla Consulta della notte, che può essere il luogo dove discutere».
 
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