E’ questa la sentenza dei giudici della Corte d’appello, conferma del verdetto che in primo grado chiuse il processo con rito abbreviato. Tra gli imputati anche una donna, Salvina Cuozzo, per la quale sono stati stabiliti quattro anni.
I fatti emersero da un’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia sugli affari illeciti della mala nella periferia occidentale di Napoli. «La casa è del sistema, tornatevene a Modena» avrebbero detto con l’aggiunta di qualche minaccia e un’offerta di quattrocento euro per andare via in silenzio e senza replicare. la vittima, infatti, era stata temporaneamente nella città emiliana e al suo rientro aveva trovato la casa occupata da altri, per niente intenzionati a riconsegnargliela.
Nell’agosto del 2013 ci fu la svolta dell’inchiesta che alzò il velo sul racket delle estorsioni a Pianura, puntando la lente a 360 gradi sulle tangenti imposte a commercianti e artigiani.
Nella ricostruzione accusatoria fu il modo con cui i fratelli Mele, conosciuti come «i figli ‘e Giulietta», tentarono di riconquistare spazio sullo scacchiere criminale della zona, all’indomani della scarcerazione di Giuseppe.