A Nola un primario per un solo posto letto

A Nola un primario per un solo posto letto
di Carmen Fusco
Sabato 6 Febbraio 2016, 11:42
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Nola. C'è l'ospedale Santa Maria della Pietà tra gli sprechi della Sanità in Campania assurti agli onori della cronaca dopo il velo squarciato dalla Corte dei Conti di Napoli per via di un'indagine della Guardia di Finanza che ha messo a nudo un sistema alimentato anche dalle protezioni politiche. Un primario per un posto letto, quello di nefrologia. Un'equazione che farebbe sgranare gli occhi perfino al cittadino più distratto. E che ora diventa l'incipit di un racconto che ha fatto il giro dell'Italia intera.Eppure a spulciare un po' di dati e di tabelle non sarebbe, quello della nefrologia, l'unico reparto zoppo di un ospedale di frontiera che serve una popolazione di 550mila residenti in un territorio che ricade dentro la sfera di competenza dell'Asl Na 3 Sud, che, sempre secondo quanto emerge dall'inchiesta, sarebbe in cima alla lista degli sprechi con 132 primari in più nel proprio organico. L'unità di otorinolaringoiatria, ad esempio, di posti letto ne conta 4: uno ordinario e 3 in day surgery. Stesso discorso l'oculistica dove però i posti letto ordinari sono pari addirittura a zero.Ma torniamo alla nefrologia e a quell'unico posto previsto dal decreto 49 del 2010 che inserisce l'ospedale di Nola nel II livello di emergenza. L'unità che si occupa di patologie renali e che conta un solo posto letto ordinario è abbinata alla dialisi, che annovera 13 postazioni. Una struttura dove sono in servizio 6 medici, uno dei quali però è esentato dai turni, e che però non ha le caratteristiche che la legge attribuisce alle unità cui dovrebbe far capo un dirigente di secondo livello. Il vizio riguarda chi dovrebbe intervenire e non lo ha fatto ma il primario della nefrologia e della dialisi non ci sta a passare per fannullone e pure per raccomandato.

«Sto qui dalla mattina alla sera - si sfoga Ferdinando Avella - e la mia storia personale e professionale è nota ai più. Non voglio difendere la mia poltrona ma nemmeno mi va di passare per ciò che non sono». Poi prosegue: «Non è vero che gestisco un solo posto letto. A questo, infatti bisogna aggiungere i due di Day hospital e i 13 di dialisi che non figurano in quell'elenco essendo definiti posti tecnici. La denominazione corretta è infatti Nefrologia e Dialisi. Dispiace quindi apprendere che il reparto, nato 40 anni fa, sia stato additato come la pietra dello scandalo pur essendo consapevole che le inadempienze della Regione sono tante e diffuse. È amaro da vittime diventare carnefici».

Si difende Avella, pur non essendo imputato e soprattutto tiene a sottolineare che i pazienti nefropatici ricoverati in medicina sono oltre il 30 per cento: «Potrei fregarmene - insiste - visto che il mio contratto scade nel 2019 e che sono pure già pensionabile ma è una questione di amor proprio e tutto questo proprio non mi va giù».
Ferdinando Avella, 65 anni a luglio, è titolare del reparto dal 1999 dopo aver superato un concorso. Prima di lui un primario c'è sempre stato. Il reparto di nefrologia nacque nel 1974 anche se entrò ufficialmente in funzione solo dopo 5 anni. Prima dello scandalo dei primari senza pazienti, un altra vicenda paradossale ha interessato il pronto soccorso, da qualche giorno trasferito di nuovo nel sottoscala. Ristrutturato da meno di un anno e mezzo, è diventato di nuovo un cantiere perchè il pavimento, non realizzato a regola d'arte. Ci vorranno 15 giorni per rimettere le cose a posto.
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