Le mani dei Casalesi su Roma
il business dei videopoker

Le mani dei Casalesi su Roma il business dei videopoker
di ​Ilario Filippone
Venerdì 9 Dicembre 2016, 00:00 - Ultimo agg. 09:43
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I boss dei Casalesi investono lontano dai riflettori del centro, individuando nelle periferie di Roma i luoghi più adatti per dislocare le loro slot. Lo documenta una mappa della Guardia di Finanza, una cartina tracciata dal Gico sulla base degli elementi raccolti nel corso dell’inchiesta «Game over».
Ecco i numeri: 101 videopoker sequestrati a due uomini dell’ala armata, i fratelli Sandro e Sergio Guarnera, e distribuiti in nove località, Tor Marancio, Acilia, Dragona, Ostia Antica, Giano, Maccarese, Fregene, Magliana e Guidonia di Montecelio. Balza agli occhi degli inquirenti il numero delle società locatarie, costrette a piegarsi alle logiche criminali del clan, stringendo accordi commerciali con i padrini: in tutto, stando agli accertamenti svolti dalle Fiamme gialle, sono 22 le sigle commerciali.
Qualcuna sarebbe complice, altre hanno preso a noleggio le slot dei camorristi, subendo in silenzio i ricatti dei mafiosi. È il caso di un tale che di nome fa Alfredo, gestore di una sala giochi all’Infernetto: «Devi prendere le nostre slot, se non vuoi metterti in un mare di guai», chiosò l’intercettato Sandro Guarnera. Il blitz «Game over», coordinato dalla procura distrettuale, porta le firme del procuratore Giuseppe Pignatone e del colonnello del Nucleo di polizia tributaria, Gerardo Mastrodomenico. In manette, lo scorso aprile, è finita una schiera di camorristi cresciuti all’ombra di due mammasantissima tra i più influenti e sanguinari, Michele Zagaria e Antonio Iovine, «O Ninno». Indagando in gran silenzio, le Fiamme gialle hanno intercettato il tesoro nascosto dei Casalaesi. Sono stati eseguiti sequestri per un valore di 25 milioni di euro. Apposti i sigilli a case, terreni, auto di lusso, sottratte anche quote societarie.
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