Addio Equitalia, così il Comune di Napoli spedirà le «cartelle» per riscuotere i tributi

Addio Equitalia, così il Comune di Napoli spedirà le «cartelle» per riscuotere i tributi
di Paolo Barbuto
Mercoledì 27 Gennaio 2016, 08:36
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Il progetto, così come viene raccontato dalle diapositive proiettate nella sala giunta di palazzo San Giacomo, sembra avveniristico, invitante, addirittura affettuoso nei confronti dei napoletani: addio Equitalia, benvenuta Napoli Riscossione. A sentire il sindaco De Magistris e l’assessore al bilancio Salvatore Palma, qui a Napoli prima dell’estate diremo addio all’aggressione terrorizzante delle cartelle, pazze o savie, diffuse dalla megastruttura nazionale di recupero dei soldi di tasse e multe: a chiederci il denaro che, per dolo o per distrazione, non abbiamo versato nelle casse del Comune, ci penserà direttamente Palazzo San Giacomo, e lo farà con gentilezza, senza mostrare i canini per succhiare il sangue, dicono. E siamo pronti a credere per davvero a quel che dicono.

Perché il progetto che prende forma slide dopo slide, sembra un’ottima cosa. Tentiamo di spiegarvelo in poche parole: a partire dal mese di maggio entreranno in funzione gli uffici di Napoli Riscossione, struttura di emanazione comunale creata per svolgere il lavoro svolto finora da Equitalia. In quegli uffici, dove lavoreranno inizialmente 128 persone, ci sarà spazio (fisico e virtuale) per accogliere i cittadini che hanno bisogno di chiarimenti e di sostegno nel percorso dei pagamenti; in quelle stesse stanze - dice chi presenta il programma - ci sarà soprattutto attenzione alle persone: se sei un evasore seriale ci sarà severità assoluta ma se sei uno che ha semplicemente dimenticato di pagare una multa o un tributo, sarai trattato con gentilezza e condotto alla soluzione del problema, e al pagamento, senza aggressioni e senza spaventose sovrattasse. E anche con un «aggio» (il guadagno per il riscossore) che scende dal 6 al 3,5%. Ma come nasce questa struttura interna al Comune di Napoli?

Ovviamente, secondo il racconto della presentazione, nasce a costo zero impiegando personale che proviene dalle partecipate e sfruttando location già esistenti come le sedi delle municipalità per una diffusione capillare degli uffici sul territorio, oltre a un ufficio centrale che, comunque, sarà ospitato in luoghi che fanno già capo all’Amministrazione. Bene, benissimo: se sarà così, e non abbiamo motivo di dubitare, evviva Napoli Riscossione. Ma c’è di più, c’è dell’altro. In rapida sequenza, dopo l’avvio del progetto, il Comune ha intenzione di dotarsi di un gruppo interno di «messi notificatori» per dribblare i costi postali di consegna degli «inviti» o delle «cartelle». E sapete, secondo palazzo San Giacomo, cosa accadrà? Ci sarà un concorso, con trecento posti di lavoro a disposizione. Vabbè, questo è davvero il massimo: la rivoluzione della riscossione produce anche nuovi posti di lavoro. Applausi a scena aperta abbinati a speranze tenaci per un rapido avvio dell’iniziativa. E siccome l’avvio sarà davvero rapido, ecco come procederà, secondo quel che hanno spiegato ieri mattina sindaco e assessore.

Nei prossimi giorni verrà individuato il personale che riceverà un corso di aggiornamento intensivo. A partire dal mese di maggio la Napoli Riscossione sarà una realtà attiva, anche se tutti i procedimenti ancora nelle mani di Equitalia andranno avanti fino alla conclusione (non ci sarà un «passaggio di consegne» tra le due strutture). Dalla primavera 2016 Napoli Riscossione si occuperà di seguire il percorso di numerose entrate extra tributarie come le contravvenzioni, il canone di occupazione suolo pubblico, le rette degli asili e i contributi per la refezione scolastica. Poi, a partire dal 2017, quando gli altri accordi saranno cessati, la nuova società inserirà nei suoi ambiti anche Tasi, Imu, Ici e tutti gli altri tributi erariali. Così la città dirà definitivamente addio a Equitalia.
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