Napoli. Algerini in fuga, il processo si farà i primi di ottobre

Napoli. Algerini in fuga, il processo si farà i primi di ottobre
di Viviana Lanza
Sabato 28 Maggio 2016, 13:36 - Ultimo agg. 14:40
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All’indomani del caso sul processo «smarrito», con imputati diciannove algerini sospettati di far parte di una cellula terroristica che aveva scelto Napoli come base logistica e che da quattro anni attende la fissazione in secondo grado, in Corte di appello si spulciano i fascicoli, si ripercorre la storia del faldone e si cerca l’intoppo, l’ostacolo, quello che ha fatto cadere il processo nel buco delle lungaggini e dei ritardi.

Il presidente della Corte di Appello Giuseppe De Carolis aveva promesso in tempi rapidi una verifica sull’elenco dei procedimenti che lo hanno preceduto e lo precedono per trovare una soluzione al problema. Promessa mantenuta. «Il processo ai presunti terroristi si farà» ha assicurato. La prima udienza sarà fissata per ottobre prossimo, quando sarà composta la nuova sessione di magistrati e giudici popolari che rappresenteranno il collegio giudicante. Sì, perché quello sul terrorismo internazionale è processo di competenza della Corte di Assise di Appello. E proprio questo ha creato l’intoppo, determinando un ritardo di quattro anni nella fissazione dell’udienza in secondo grado. Il processo in questione riguarda diciannove imputati tutti liberi, in libertà già nella fase preliminare delle indagini e oggi difficilmente rintracciabili, che in primo grado sono stati condannati a pene che oscillano tra i cinque e i due anni di reclusione. Nonostante siano stati accusati di fatti gravi - di aver falsificato documenti, reclutato nuovi sodali, raccolto finanziamenti per finalità terroristiche - il loro caso ha dovuto cedere la precedenza ad altri, cioè a casi di imputati detenuti accusati di essere assassini e spietati killer. E che sono sempre più numerosi.

I processi per omicidio approdati nell’ultimo anno dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Napoli sono aumentati del 100 per cento. «Ogni giorno in Corte di Appello arrivano in media 50-60 nuovi procedimenti - ha spiegato il presidente De Carolis - Quelli per omicidio sono i più numerosi e devono avere la priorità perché non si possono rischiare scarcerazioni per decorrenza dei termini». A Napoli lavorano quattro sezioni della Corte d’Assise d’Appello, e non sono molte se confrontate con i numeri dei processi che arrivano da tutto il distretto. Processi sulle varie faide di camorra, omicidi per vendetta, quelli commessi contro le donne e quelli di vittime innocenti finite per errore nel mirino della criminalità organizzata. 
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