Allarme incendi Vesuvio, l'ipotesi:
strategia criminale contro i cantieri

Allarme incendi Vesuvio, l'ipotesi: strategia criminale contro i cantieri
di Nello Fontanella
Sabato 23 Luglio 2016, 08:49 - Ultimo agg. 10:55
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Il fuoco che sta divorando ettari di vegetazione sui fianchi del Vesuvio, da Terzigno a San Giuseppe Vesuviano, è partito sicuramente da una zona dove erano in corso lavori di sistemazione dei sentieri e di recupero di legna abbattuta dalle intemperie. Si parte da qui, dai punti di innesco, per risalire a chi e per quale motivo ha appiccato le fiamme. Chi ha innescato sapeva che nella pineta la spessa e consistente «lettiera» di aghi di pino avrebbe favorito il propagarsi dell'incendio. Complice anche il vento caldo di scirocco. Insomma non un piromane sprovveduto, ma qualcuno - o diverse persone - conoscitore della foresta e delle dinamiche che alimentano gli incendi. Una vera e propria strategia criminale, insomma. Chi, e perché? E per quali interessi?
Alcuni operai parlano di cinque persone sospettate poiché viste aggirarsi nella zona dell'incendio. Voci non confermate dagli inquirenti. «Le posso assicurare che nell'immediatezza del fatto, in zona erano presenti solo gli addetti ai lavori arrivati prontamente per cominciare le operazioni di spegnimento», dice il Comandante provinciale di Napoli della Forestale Angelo Marciano. Non è escluso comunque che si possa trattare dei cittadini che ogni giorno percorrono i tanti sentieri presenti nel Parco alle falde del Vesuvio. Nulla viene comunque lasciato al caso.

Gli 007 del Nucleo antincendio boschivo della Forestale arrivati direttamente da Roma hanno cominciato a circoscrivere l'area interessata dal fuoco. Un territorio vasto e frastagliato che abbraccia più Comuni, scandagliato dall'alto ieri mattina a bordo di un elicottero dal quale hanno effettuato anche riprese video. Rilievi aerofotogrammetrici che serviranno anche per l'aggiornamento della cartografia delle aree attraversate dal fuoco. Il volo che si è reso necessario per avere una visione totale dello scenario sul quale ora poter lavorare circostanziatamente attraverso il Mef, il metodo delle evidenze fisiche. Attraverso questo speciale protocollo di repertazione, si cerca ora di stabilire i punti di innesco dell'incendio che da quattro giorni sta distruggendo la vegetazione sul Vesuvio. Si cercano soprattutto i reperti scampati alla furia delle fiamme. Il metodo delle evidenze fisiche è comunque un protocollo validato anche per l'incidente probatorio.
Dal sorvolo di ieri mattina è arrivata una prima risposta: i punti di innesco sono quattro o cinque, resta da stabilire se e quali di questi sono punti di «origine» oppure occasionali. Solo dopo aver stabilito ciò si comincerà a parlare invece del movente: perché e chi ha innescato la miccia?

Sulla matrice dolosa non ci sono dubbi, ma il ventaglio delle ipotesi è piuttosto vasto. «Scruteremo tutte le possibili motivazioni a base di eventuali interessi», dice ancora Angelo Marciano che prima ancora di dirigere il Comando provinciale di Napoli, era impegnato proprio presso il Niab di Roma. Quasi da escludere l'ipotesi del bracconaggio e dei dispetti tra vari gruppi di bracconieri, «poiché nell'area protetta è assolutamente vietata l'attività venatoria».

Difficilmente percorribile anche l'opera di distruzione di tracce di eventuali piantagioni di marijuana non del tutto raccolta. Nella pur fitta vegetazione del Vesuvio infatti, non sono state trovare mai tracce di piantagioni di marijuana.
Resta valida e percorribile l'ipotesi della ritorsione sui lavori di sistemazione dei sentieri e del recupero della legna. E con essa anche l'ombra della criminalità organizzata. Il Niab sta concentrando l'attività per capire che cosa fisicamente è accaduto in questa vasta zona del Parco e poi avanzare ipotesi fondate sul movente. Oggi riprenderanno i sopralluoghi nelle zone già oggetto di bonifica nella speranza di recuperare tutto il materiale possibile utile alle indagini. Sui sospetti indagano i carabinieri di Ottaviano, dopo la segnalazione fatta da alcuni operai della Sma Campania, società che si occupa del servizio antincendio boschivo in collaborazione con Regione e Corpo forestale dello Stato, che hanno avvistato cinque presunti piromani mentre erano intenti ad appiccare il fuoco sul versante di Ottaviano.