Allarme meningite, corsa ai vaccini
ma la Campania resta maglia nera

Allarme meningite, corsa ai vaccini ma la Campania resta maglia nera
di Ettore Mautone
Lunedì 15 Agosto 2016, 15:29
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Rischio meningiti, dopo la mini epidemia registrata nei mesi scorsi in Toscana un altro caso a La Spezia: grave una ragazza. È corsa al vaccino, ma le Regioni non sono pronte e si prospettano tempi lunghi per gli approvvigionamenti. Solo poche aree del Paese hanno iniziato a distribuire gratuitamente il vaccino che costa dagli 80 ai 200 euro. In Campania - dove ogni anni si registrano una cinquantina di casi tra adulti e bambini - la profilassi è gratuita solo per i piccoli a rischio oppure avviati a una scolarizzazione precoce. Da gennaio scorso si contano una ventina di casi, uno solo mortale. L'ultimo ricovero un giovane di 21 anni giunto al Cotugno in gravi condizioni. Ora è fuori pericolo, sarà dimesso. «Malati che statisticamente si sono sempre visti». Su una cosa il parere degli infettivologi è unanime: la vaccinazione antimeningite può salvare la vita, è sempre consigliata a tutti (anche se non obbligatoria).

«I germi responsabili della malattia, escludendo le forme virali, sono tre spiega Franco Faella, decano dell'infettivologia campana, ex primario di emergenze infettivologiche del Cotugno, tra i massimi esperti in Italia del campo - il Meningococco, lo Pneumococco e l´Haemophilus influenzae: il più frequente è il secondo ma il più pericoloso, il meningococco. L´haemophilus è invece quasi scomparso grazie alla vaccinazione di massa. L'approccio terapeutico per avere successo, deve essere precoce in quanto l'evoluzione è molto rapida - sottolinea - un genitore deve sapere individuare immediatamente i sintomi della malattia ed essere consapevole che l'evoluzione è rapida. Un bambino che la sera prima trotterella in giro per casa il giorno dopo si può ritrovare in rianimazione».

Febbre alta, mal di testa, rigidità della nuca e la comparsa di piccole macchie emorragiche sparse per il corpo, segno di una grave sepsi, dipingono un quadro clinico grave che può portare anche alla morte. In questi casi non c'è tempo da perdere ed è bene dirigersi immediatamente presso un centro specializzato. In Campania c'è il Policlinico Federico II, ma soprattutto il Cotugno, polo monospecialistico attrezzato con un pronto soccorso dedicato, una rianimazione ad hoc oltre che un laboratorio specializzato. Il vaccino copre 23 sierotipi differenti e ha una buona efficacia nei confronti del 90% dei pneumococchi e va bene per adulti e bambini più grandi. C'è poi il vaccino coniugato, con 13 sierotipi, che ha un'ottima efficacia nei confronti del 70-80% dei pneumococchi da utilizzare per i bambini più piccoli (da 2 a 24 mesi). La protezione immunologica dura molti anni. Infine esiste il vaccino contro il Meningococco B, il nemico più temibile, consigliata per tutti.

Quello delle vaccinazioni nel nostro Paese è un tasto dolente: siamo al limite della soglia di sicurezza per molte malattie e la situazione tende a peggiorare. Nel 2015 siamo andati sotto gli obiettivi minimi che garantiscono la cosiddetta immunità di gregge anche alla popolazione non vaccinata. Nell'ultimo anno nemmeno sfiorato il 95% per le obbligatorie (poliomielite, tetano, difterite ed epatite B,) più giù ancora per le consigliate (morbillo, parotite e rosolia all'86%), insufficienza anche per meningite, influenza, rotavirus ed epatite A. Il compito di risalire la china è affidato al Piano nazionale vaccini finanziato con 600 mln (60 circa alla Campania) dai Lea (Livelli essenziali di assistenza). Mantenere lo stato polio free, combattere l'incidenza di morbillo e rosolia, garantire l'offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d'età a rischio la strategia tracciata. Le sanzioni per i medici che non informano i pazienti competono agli Ordini.

«Le vaccinazioni vanno fatte, tutte, compresa quella contro la meningite dice Silvestro Scotti presidente dell'Ordine dei medici di Napoli e saremo inflessibili con i colleghi che non si uniformano a questi principi. La meningite? È una delle meno richieste dice ancora Scotti tranne quando si registra un caso in famiglia. Di fronte alla gravità della malattia molti si pentono di non averlo fatto prima». «Per chi è stato a contatto col malato conclude Marcello Piazza, ex direttore di Malattiem infettive alla Federico II - è sufficiente una profilassi antibiotica: due giorni di rifampicina oppure una sola compressa di ciprofloxacina. Utile la vaccinazione ma non bisogna allarmare la popolazione, la malattia è poco frequente soprattutto al Sud».

In Campania ad allarmare è soprattutto il morbillo, uno spettro che torna a farsi sentire 14 anni dopo l'epidemia del 2002, quando si ammalarono circa 40 mila bambini. Malattia altamente contagiosa che può causare complicazioni anche gravi: polmoniti (1 caso su 20 pazienti infetti), encefaliti (1 caso su 2000 pazienti infetti) e persino morte (1 caso su 3 mila pazienti infetti). Basti pensare che un solo paziente affetto riesce a contagiare in media 15 soggetti non protetti che a loro volta contageranno altri. Dall'ultimo aggiornamento (gennaio 2016) sulla prima dose Morbillo-Parotite-Rosolia entro 24 mesi dalla nascita emerge che è vaccinato solo l'83,66 % dei bambini. Dato di gran lunga inferiore dalla soglia minima di sicurezza (95% fissata dall'Oms). Nei soli primi tre mesi di quest'anno, in Campania sono stati segnalati 61 casi. Le  più importanti Federazioni mediche (Fimp per i pediatri e Fimmg per i medici di famiglia) hanno lanciato un'allerta e la Regione ha messo in campo una task-force.
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