Alloggi ai clan, così il Comune
di Napoli fece dietrofront

Alloggi ai clan, così il Comune di Napoli fece dietrofront
di Pierluigi Frattasi
Martedì 11 Aprile 2017, 09:15
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Il divieto di assegnare le case popolari alle famiglie con reati associativi e di camorra era ben specificato dalle norme amministrative del Comune di Napoli fino ad aprile dell'anno scorso. Non si trattava semplicemente di una prassi degli uffici, ma di precise disposizioni, messe nero su bianco dai dirigenti e in vigore fino a un mese prima della delibera di assegnazione dei 188 alloggi di Scampia.

Nella determina dirigenziale numero 3 del 18 aprile 2016 del servizio Politiche per la Casa, infatti, dal titolo «Esplicitazione delle procedure relative alle assegnazioni, volture e regolarizzazioni degli immobili del patrimonio comunale e delle modalità con cui effettuare il monitoraggio mensile delle pratiche definite», questo requisito era ben chiarito.

Nel paragrafo relativo alle assegnazioni degli alloggi Erp, subito dopo il passaggio sulle verifiche con gli accertamenti anagrafici, reddituali e immobiliari veniva citata, tra i requisiti per avere la casa comunale, «la richiesta dei certificati del casellario giudiziario e dei carichi pendenti per ogni componente del nucleo familiare».
Ma con un nuovo provvedimento dirigenziale firmato il 23 settembre successivo, proprio quest'ultimo punto viene cancellato. Si tratta della determina numero 8, emessa dallo stesso servizio Politiche per la Casa, che va ad aggiornare il vademecum comunale su assegnazioni, sanatorie e subentri, alla luce del parere dell'avvocatura comunale arrivato il 29 giugno che aveva chiarito la norma regionale.

Ed è lo stesso dirigente a spiegare nell'atto di settembre il motivo del ribaltamento di quella posizione. Fino a 5 mesi prima, scrive, «per le procedure di assegnazione, volture e regolarizzazione di alloggi Erp veniva disposta la verifica dell'assenza di condanne penali e carichi pendenti per reati associativi per ogni componente del nucleo familiare (casellario e carichi pendenti)».

Ma, «a seguito di un approfondimento giuridico in ordine alla normativa regionale in materia di assegnazione di immobili rientranti nell'Erp e con particolare riferimento ai casellari e carichi pendenti per reati associativi, il servizioAvvocatura con nota del 29 giugno 2016 ha specificato che le leggi regionali 13/2000 e 5/2013 si riferiscono alla sola «regolarizzazione di occupazioni abusive». Di conseguenza, non si applicano oltre i casi e i tempi in esse considerati».


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