Anm Napoli, bus a singhiozzo
il Comune a caccia di fondi

Anm Napoli, bus a singhiozzo il Comune a caccia di fondi
di Pierluigi Frattasi
Martedì 28 Febbraio 2017, 08:56
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Comune a caccia di soldi per salvare l'Anm dal tracollo e garantire gli straordinari ai lavoratori. Salta l'incontro con i sindacati previsto per oggi pomeriggio. Palazzo San Giacomo prende tempo. La discussione del piano di rilancio della società è stata rinviata al 9 marzo. Ma il countdown sul destino dell'azienda è già partito e corre veloce. A disposizione ci sarebbero poco più di 30 giorni. Entro fine marzo, infatti, bisognerà approvare il rendiconto di bilancio 2015, che si chiuderà con 42 milioni di perdite, nonché il piano di risanamento. Sullo sfondo, lo spettro del default. Opzione da scongiurare assolutamente, poiché avrebbe conseguenze pesantissime anche sul bilancio dello stesso Comune.

I tecnici del Municipio sono impegnati in un lavoro forsennato per cercare di reperire le risorse. L'obiettivo a breve termine è trovare la copertura dei 3,5 milioni di euro per il salario accessorio dei 2.600 dipendenti. Soldi necessari a garantire i prolungamenti serali di metro e bus nei weekend. Tema oggetto di un serrato dialogo con i sindacati, con i quali ci sono continui contatti. Lo slittamento della convocazione prevista per oggi dà la cifra di come sulla questione dei numeri ci sia un serio ragionamento in corso da parte del Palazzo.

Segnali importanti potrebbero arrivare dalla delibera sull'austerity delle partecipate che la giunta de Magistris ha in cantiere. Un dispositivo che potrebbe contenere alcune norme applicative delle misure sul contenimento delle spese già programmate in un'altra delibera del 2014, la 149, che prevedeva, appunto, il taglio del salario accessorio del 30% di tutte le partecipate, ma che in alcune aziende, come Anm, non avrebbe trovato ancora applicazione.
L'azienda dei trasporti, proprio in virtù dei grandi sacrifici che i dipendenti stanno patendo negli ultimi mesi, potrebbe restare in standby su questo fronte, visto che già il piano di risanamento prevede leve importanti, di tipo diverso, per ridurre le spese, mentre i prolungamenti del venerdì e del sabato sono considerati, invece, servizi indispensabili per la cittadinanza. Un segnale di apertura che sarebbe accolto favorevolmente dai sindacati.

«Il rinvio della riunione sul piano industriale commenta intanto Antonio Aiello, segretario generale Uil Trasporti - ci fa ben sperare che il Comune voglia rispettare l'accordo del 6 febbraio». Dai sindacati viene rinnovato l'invito ai dipendenti a garantire una circolazione regolare nell'attesa dell'esito della vertenza. Resta intanto lo stato di agitazione dei lavoratori dell'Anm. Sullo sfondo lo spettro di un nuovo sciopero di 24 ore di bus, metro e funicolari per la fine di marzo. Possibilità tutt'altro che remota, se la trattativa non dovesse andare a buon fine.
Intanto, la giornata di ieri è stata segnata ancora dai disagi. Corse a singhiozzo sulle linee bus C62, 132, C41, 164, C76 e 618. Disservizi dovuti a motivi tecnici che hanno portato a sospensioni temporanee, rientrate già in giornata. Ma la circolazione su gomma è stata pressocché regolare. Problemi anche sulla metro Linea 1, dove ieri hanno circolato solo 8 treni, su una media di 9-10 abituali. Con attese bibliche per gli utenti sulle banchine soprattutto in mattinata.

Uno dei convogli, infatti, si è fermato a causa di un guasto tecnico: un'esalazione di fumi all'interno della cabina di guida dovuta probabilmente ad alcune vecchie guarnizioni. Per tutta la giornata, poi, si sono susseguiti annunci dall'altoparlante dal centro di controllo di possibili disservizi lungo tutta la linea, che però ha funzionato quasi regolarmente con ritardi medi di solo 2-3 minuti rispetto alle frequenze abituali.

La tensione sul caso Anm, intanto, anche a Palazzo, è evidente. Il nodo da sciogliere nell'immediato è quello dell'ipotesi del taglio al salario accessorio, che sembrava essere stata scongiurata con l'accordo siglato il 6 febbraio con tutti i sindacati, ma che è rispuntata nelle ultime ore, dopo la frenata degli uffici finanziari sulle coperture. «Il patto afferma il consigliere Pd Aniello Esposito va rispettato. I sindacati, sulla base di quel verbale hanno revocato lo sciopero. Anche l'amministrazione deve mantenere la parola. Se così non fosse, gli assessori firmatari dovrebbero dimettersi».