Oggi, il prezzo unico è fissato a 10 euro. Una vera e propria stangata per le tasche dei napoletani, con aumenti fino al 1.500 per cento, che scatterà dall’1 aprile, salvo proroghe. A dettare le linee guida del risanamento la delibera 132 del 15 marzo, che andrà in consiglio comunale il 27 marzo. Piatto forte la ricapitalizzazione da 65 milioni di euro, col conferimento di immobili del Comune. Ma per mettere in sicurezza l’azienda bisognerà agire anche su altre leve. A cominciare dalla riduzione del costo del personale, nel 2015 pari a 122 milioni di euro. Non ci saranno solo gli esuberi. «Ferma restando la volontà dell’amministrazione comunale di salvaguardare i posti di lavoro - è scritto nella bozza di delibera -, l’azienda, con le modalità gestionali e organizzative che riterrà più utili e opportune, dovrà predisporre e realizzare ulteriori idonee misure di autorisanamento anche finanziario atte a ridurre, almeno per tutto il periodo di risanamento, l’incidenza del costo del lavoro rispetto al 2015 in maniera progressiva rispetto ai livelli di reddito dei lavoratori, in linea con gli atti di indirizzo del Comune in materia di contenimento dei costi di funzionamento degli organismi partecipati».
Tra le misure previste dal piano industriale c’è anche il taglio del 20% del costo dei dirigenti. L’Anm dovrà risparmiare 39 milioni di euro l’anno fino al 2019. Il piano di risanamento dovrà essere seguito pedissequamente. «I riflessi economico-finanziari di tali misure per un ente in pre-dissesto come il Comune di Napoli – scrive il ragioniere capo Raffaele Grimaldi - sono di particolare significatività, vincolando per il 2017-2019 importi rilevanti di un bilancio previsionale affetto da elevata rigidità e scarsi margini di manovra quale quello comunale e di quota parte del relativo bilancio di cassa 2017».
Il piano sarà costantemente monitorato, con relazioni periodiche inviate al Nucleo Direzionale per il controllo delle partecipate. Per quanto riguarda i pass residenti, le fasce saranno 5. Ecco i costi: 10 euro per i redditi fino a 2.500 euro all’anno, 25 euro per chi guadagna fino a 5mila euro. Da 5mila a 16.750 euro, il costo sarà di 50 euro l’anno. Per arrivare a 100 euro nella fascia successiva fino a 25.750 euro l’anno di reddito e a 150 euro per chi va oltre tale soglia. Ma il ramo sosta resta uno dei crucci dell’amministrazione. Gli incassi sono infimi.
Tanto che in delibera, la giunta decide di «dare mandato agli uffici competenti di valutare eventuali azioni di valorizzazione del ramo sosta, alla luce della prevista marginalità operativa lorda negativa a tutto il 2019».
Nessuna riduzione, invece, per il canone di concessione degli oltre 23mila stalli di sosta a raso: resta a 2,5 milioni, in virtù del conferimento ad Anm del parcheggio Brin. La giunta, poi, ha deciso la concentrazione delle linee bus sul servizio urbano, con eventuale «dismissione» del servizio per la provincia, che potrebbero passare ad altra azienda. Mentre anche le linee urbane saranno «rimodulate», in funzione della metro.