Apre l'Ospedale del Mare a Napoli
e scoppia la guerra dei reparti

Apre l'Ospedale del Mare a Napoli e scoppia la guerra dei reparti
di Ettore Mautone
Mercoledì 26 Aprile 2017, 10:10
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C'è un neo nella programmazione del Piano ospedaliero regionale e riguarda l'offerta dell'assistenza ginecologica e materno-infantile sul territorio di Napoli. A segnalarlo è l'Aogoi (l'Associazione dei ginecologici ospedalieri italiani), per voce del segretario nazionale Antonio Chiantera e di Andreina Anziano, ginecologa, componente del sindacato di categoria, dirigente medico del Loreto Mare.

Una falla, quella segnalata dai camici bianchi della disciplina, che nemmeno l'ospedale del mare riuscirebbe a chiudere. Anzi, proprio il nuovo assetto organizzativo del mega presidio di Ponticelli aggraverebbe tale lacuna visto che è previsto l'azzeramento dei posti letto di Ostetricia (dai 48 originari, ai 24 successivi allo 0 di oggi) a favore del reparto di Cardiochirurgia. Una scelta in realtà giustificata, nella stesura del Piano ospedaliero, con la presenza della vicina Villa Betania (che soddisferebbe tale bisogno assistenziale specialistico) e con la mission futura disegnata per il Loreto Mare. Proprio quest'ultimo, infatti, sarebbe destinato a diventare il polo materno-infantile della Asl metropolitana. «Questa che potrebbe sembrare anche una scelta ponderata ed illuminata spiegano Chiantera ed Anziano - in realtà nasconde falle della programmazione. L'Ospedale del mare è un Dea (Dipartimento emergenza) di II livello, moderno, attrezzato con tutte le discipline e tecnologie polispecialistiche e con un grande pronto soccorso. Nei dipartimenti di emergenza si distinguono un'area medica e un'area chirurgica e l'Ostetricia e la ginecologia fanno parte di quest'ultima».

Il ragionamento dei ginecologi è il seguente: mancando l'Unità operativa complessa di ostetricia una donna con addome acuto che giunga all'ospedale del mare per ricevere una consulenza specialistica dovrà andare (in ambulanza o con i propri mezzi) a Villa Betania, che però è un Dea di I livello, dunque meno attrezzato dell'ospedale del Mare. «I problemi sono due - aggiunge l'Aogoi - le vere emergenze ostetrico-ginecologiche sono quasi sempre emorragiche (gravidanza extrauterina, distacco di placenta, emoperitoneo da rottura di follicolo), e tali pazienti nel trasporto in ambulanza rischierebbero la vita e sarebbero assistite in un ospedale di livello inferiore. A dare man forte a questa tesi ci sono anche Lino Pietropaolo, anch'egli ginecologo del Loreto e segretario aziendale della Cisl medici, ed Ermanno Scognamiglio della Cimo, altro sindacato della dirigenza medica.

«Per rendersi conto di tale fabbisogno - continua Anziano - basterebbe vedere le numerosissime richieste di consulenze ginecologiche che al Loreto Mare giungono quotidianamente dal nostro pronto soccorso e addirittura da quello del Vecchio Pellegrini. Pazienti arrivate ed operate immediatamente».

Secondo il ragionamento dell'Aogoi ci sarebbe il rischio di penalizzare le donne che avrebbero solo il Cardarelli come Dea di II livello a cui rivolgersi, già affiancato dall'Aou Federico II che ha il punto nascita più grande della Campania. Senza contare i costi: l'Ostetricia dell'ospedale del mare è già pronto con tutte le attrezzature, finanche le cullette, ma a breve dovrà essere smantellato per far spazio alla cardiochirurgia. Operazione che costerà circa 2 milioni. Secondo fonti della Cisl medici, infine, proprio la Cardiochirurgia andrebbe oltre la soglia del bisogno sanitario: in Campania ne dovrebbero essere 9, ne sono attive 12 e con quella dell'Ospedale del mare saranno 13.
Intanto il Loreto, che conserverà un pronto soccorso di I livello, sarà svuotato per diventare il polo materno-infantile della Asl con l'Ostetricia, il Nido, la Terapia intensiva neonatale e la Pediatria da popolare con quel che resta dell'Annunziata.

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