«Bagnoli, non si è mai fermata
la bonifica ma è a due velocità»

«Bagnoli, non si è mai fermata la bonifica ma è a due velocità»
di Luigi Roano
Venerdì 27 Gennaio 2017, 08:59
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«Bagnoli non è ferma: l'arenile nord, la spiaggia, che i cittadini aspettavano da decenni fosse bonificata, da oggi tornerà ad essere fruibile. Lunedì scorso abbiamo bandito la settima gara, per la progettazione esecutiva della barriera idraulica. E, da mercoledì, è al lavoro l'impresa che deve rimuovere l'amianto e l'eternit. Più che urlare che a Bagnoli tutto è fermo, dobbiamo prendere atto che le cose succedono. Anche se bisogna notare che c'è una Bagnoli a due velocità. Diceva Harvey Mac Kay: Il tempo è gratis, ma è senza prezzo». Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, che su Bagnoli sta giocando la partita più importante dell'intero Mezzogiorno e non solo, è al lavoro e snocciola dati ma soprattutto fatti che danno il segno della concretezza.

Allora Arcuri, come stanno le cose nell'area ex Italsider?
«Voglio in primo luogo smentire chi dice che Bagnoli è ferma. Il ministro Claudio De Vincenti, il Commissario Salvo Nastasi e il soggetto attuatore, Invitalia, lavorano alacremente. Oggi finiscono i lavori dell'arenile Nord nei tempi concordati nell'aggiudicazione della gara. È il primo - nella storia non solo recente - pezzo di Bagnoli che viene rimesso a posto e restituito ai cittadini. Naturalmente ora ci sono le attività di collaudo previste dalla legge, ma abbiamo rispettato la tabella di marcia. La consegna dell'Arenile nord, dal mio punto di vista, ha anche un forte valore simbolico. Ma non è l'unica cosa che è stata fatta».
Vale a dire?
«Prima mi lasci dire ancora una cosa sull'Arenile: ci sarà un'attività di manutenzione e di controllo della spiaggia. Per valorizzare la spesa sostenuta e mantenerla, così com'è oggi, nel tempo. Come dovrebbe essere fatto tutte le volte che si utilizzano risorse pubbliche».
Racconti delle altre attività.
«Lunedì scorso abbiamo bandito la settima gara, quella per la progettazione esecutiva della barriera idraulica: serve a mettere in sicurezza la falda acquifera. E ancora: mercoledì scorso abbiamo consegnato alla ditta aggiudicataria i cantieri per rimuovere l'amianto e l'eternit. Altri tecnici sono così al lavoro. Per quanto riguarda il mare, il Cipe ha stanziato oltre 3 milioni all'Istituto Anton Dohrn per la caratterizzazione dei sedimenti marini. Bagnoli è tutt'altro che ferma. Basta andare a farsi un giro lì. Solo che siamo paradossalmente in presenza di una Bagnoli a due velocità».
Cosa significa?
«Nelle aree non sottoposte a sequestro giudiziario le attività procedono, i lavori si fanno e i risultati si cominciano a vedere. Hanno una velocità normale. Invece le attività non vanno avanti nelle aree sottoposte a sequestro, per le ragioni che conosciamo, tutte legittime e da rispettare, ma che ci preoccupano. Ovviamente noi non possiamo che auspicar che ci si metta in condizione di lavorare alla stessa velocità che abbiamo dimostrato di avere quando siamo liberi di operare. È un risultato soddisfacente? No, non è pensabile che dopo 24 anni Bagnoli debba proseguire a due velocità. E' un risultato diverso dal passato? Si, dal momento che in un anno abbiamo fatto setto gare e abbiamo dimostrato, dove possiamo, che le cose succedono e arrivano fino in fondo. In un tempo normale».
Le aree sono sotto sequestro perché c'è un processo in corso che deve stabilire se la bonifica è stata fatta o meno e in che modo. Tuttavia, sembrava che si potesse andare avanti comunque. O no?
«C'è stata una soddisfacente collaborazione con la Procura. Tutto le volte che la Procura ha dovuto esprimere un parere alle nostre richieste di accesso all'area di cui siamo peraltro proprietari, lo ha espresso favorevolmente».
Eppure lo stesso Tribunale aveva sdoganato qualche mese fa la questione degli accessi.
«Il Tribunale ritiene che l'accesso all'area da parte nostra, che siamo un'azienda interamente pubblica, nonché da parte di tutte le aziende che vincono le nostre gare pubbliche europee, sottoposte al protocollo di legalità e alla vigilanza Anac possano essere una possibile causa di inquinamento delle prove su cui si fonda il processo in corso. A noi l'accesso serve anzitutto per fare il piano di caratterizzazione e capire dove e come l'area è inquinata e dove e come deve essere poi bonificata».
Nel frattempo, però, il Tribunale ha nominato un altro perito, che ha chiesto ad un'azienda di fare le caratterizzazioni. Cioè le stesse cose che avete chiesto voi. Come si esce da questa situazione di stallo?
«Tutte le decisioni del Tribunale sono pienamente legittime in diritto, Siamo solo preoccupati rispetto agli obiettivi che il governo e tutti gli attori istituzionali coinvolti si sono posti. E, cioè, bonificare Bagnoli e rigenerarla. Lei mi chiede cosa succederà adesso? Avvieremo comunque l'attività di caratterizzazione, aggiudicheremo la gara avendo ricevuto i necessari placet sulla base del protocollo di legalità. Naturalmente, lavoreremo solo nell'area non sequestrata, circa il 40% del totale. Di più non possiamo fare. La speranza è che il Tribunale riconsideri la sua posizione, soprattutto quando il perito avrà concluso la sua attività di indagine. Non vorrei ci trovassimo nella condizione, magari tra qualche anno, di avere una Bagnoli bonificata solo a metà».
Speriamo di no, sarebbe davvero un'assurdità. Torniamo al progetto Bagnoli. È vero che c'è l'accordo con Città della Scienza per liberare la linea del waterfront?
«Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra con la Città della Scienza e stabilito insieme che il museo bruciato rinascerà ma in una posizione compatibile con il nostro progetto di waterfront: Bagnoli non è ferma. Anzi».