Aromia Bungji, nuovo focolaio nel napoletano. La regione attua un nuovo piano d'azione contro il killer dei frutteti

Aromia Bungji, nuovo focolaio nel napoletano. La regione attua un nuovo piano d'azione contro il killer dei frutteti
di Pasquale Guardascione
Lunedì 26 Giugno 2017, 21:49 - Ultimo agg. 21:52
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La regione Campania corre ai ripari per la lotta all'Aromia Bungji. Si tratta del cerambicide dal collo rosso, un piccolo e silezioso killer che arriva dall'Estremo Oriente (Cina e Corea) che distrugge i frutteti, dopo l'individuazione in questi mesi di un secondo focolaio sempre nella provincia di Napoli. La giunta regionale ha, infatti, attuato un nuovo aggiornamento del piano d'azione del servizio fitosanitario contro il coleottero rinvenuto per la prima volta nell'autunno del 2012 nella zona tra Napoli e Pozzuoli su piante di pesche, susine e ciliegie.

«Tale aggiornamento rientra tra le iniziative per limitare la diffusione di questa specie aliena e per individuare e sviluppare sul piano operativo strategie di lotta in grado di contenere entro limiti sostenibili, con riferimento sia alla salvaguardia dell'ambiente, della salute degli agricoltori e dei consumatori, sia agli aspetti sociali ed economici», fanno sapere dall'assessorato all'agricoltura di palazzo Santa Lucia.

L’aggiornamento del piano è stato elaborato tenendo conto che il "cerambicide delle drupacee" è un fitofago estremamente pericoloso per le specie coltivate del genere "Prunus", largamente utilizzate nella frutticoltura italiana e che è in grado di causare gravi danni a questo settore produttivo di primaria importanza per l'agricoltura della provincia di Napoli. "È opportuno, pertanto, adottare specifiche misure fitosanitarie idonee alla sua eradicazione o almeno al suo contenimento ed impedire l’introduzione e la diffusione in nuovi areali ritenuti liberi", dichiara l'assessorato all'agricoltura. Dalle risultanze degli accertamenti espletati dai tecnici del servizio fitosanitario della regione al 31 dicembre 2016 sul territorio regionale e, più in particolare, da quelli della provincia di Napoli fino al 20 maggio scorso, è stato possibile accertare la presenza di Aromia Bungii in un nuovo focolaio, sempre nel napoletano poco distante dal primo (circa 11 Km), con distanza netta tra le due aree delimitate di 7 Km.

In particolare: il primo focolaio, quello per così dire storico, interessa i territori del comune di Napoli e quelli dei comuni limitrofi di Bacoli, Mugnano, Quarto, Monte di Procida, Marano e Pozzuoli. Nel 2016 c’è stato un coinvolgimento anche dei comuni di Arzano, Casavatore, Casoria, contigui alla parte orientale di Napoli. Il secondo focolaio, individuato in questi mesi, invece, interessa complessivamente 5 piccoli produttori: 4 ubicati nel territorio del comune di Marigliano e di questi due sono contigui e uno nel territorio di Somma Vesuviana. Il numero complessivo di piante risultate infestate in questo secondo focolaio è di 252 e sono state tutte immediatamente abbattute e distrutte.

In base agli accertamenti espletati al 20 maggio sull’intero territorio regionale, sia su piante della categoria prunus che altre specie ospiti, è emerso comunque che l’infestazione è rimasta confinata nel territorio del napoletano. "Occorre evidenziare che pur adottando misure di eradicazione incisive che hanno comportato il tempestivo abbattimento di un gran numero di piante di prunus risulta palese dopo cinque anni dal primo ritrovamento ritenere l’organismo specificato di difficile eradicazione nel breve periodo", hanno fatto sapere dall'assessorato all'agricoltura della regione. Il servizio fitosanitario ha, quindi, delimitato le aree in quattro zone specifiche. Quella infestata, dove è stata accertatata la presenza del fitofago; quella cuscinetto con delle fascie perimetrali di almeno due chilometri attorno alle zone infestate; quella delimitata che comprende entrambe e infine la zona libera. 

Il servizio fitosanitario effettua annualmente indagini ufficiali sull’intero territorio regionale per rilevare l'eventuale presenza dell'organismo nocivo attraverso ispezioni sistematiche, anche con la collaborazione delle amministrazioni comunali. Detti monitoraggi sono espletati anche dal personale afferente al progetto URCoFi. I dati delle ispezioni sono inseriti, poi, nel Sistema Informativo per il Monitoraggio Fitosanitario. Il monitoraggio è basato principalmente su osservazioni visive, indagando su eventuali sintomi dell’infestazione, quali rosume o deperimento della pianta; particolare attenzione va posta al tronco ed alle branche principali.

Il ritrovamento di fori, da cui fuoriesce rosume che si deposita alla base della pianta o sulla proiezione delle branche principali, è forte sintomo della presenza dell’organismo nocivo che va confermata tramite scortecciamento ed eventuale conferma di laboratorio in quanto esistono altri insetti xilofagi in grado di causare danni molto simili. In caso dubbio e soprattutto in nuovi areali può essere previsto un campionamento distruttivo per arrivare all’esatta determinazione dell’insetto xilofago.

Oltre all’ordinario monitoraggio del territorio regionale, nella zona delimitata è previsto un monitoraggio rafforzato delle piante ospiti presenti nell’area.

Le ispezioni sono programmate seguendo un sistema a griglia che consente di coprire tutta la zona e prevedono il controllo di tutte le potenziali piante ospiti. Per evitare l'ulteriore diffusione dell'organismo nocivo, il Servizio fitosanitario dispone l’abbattimento delle piante che presentano sintomi causati dal cerambicide. 

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