Lorenzin attesa a Napoli, è rivolta
De Luca: ghigliottina contro i furbi

Lorenzin attesa a Napoli, è rivolta De Luca: ghigliottina contro i furbi
di Gerardo Ausiello
Lunedì 26 Settembre 2016, 17:09 - Ultimo agg. 27 Settembre, 02:41
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Aspettano il ministro Lorenzin ma lei non c'è. Trattenuta in Consiglio dei ministri, interviene solo in videocollegamento al convegno sulla sanità organizzato dal deputato Raffaele Calabró, a cui partecipa anche il governatore Vincenzo De Luca. Vallo a spiegare ai 200 manifestanti riuniti in sit-in sul lungomare, all'esterno dell'hotel Royal. Sono esponenti dei centri sociali, di Insurgencia, dell'Unione studenti e i lavoratori dei centri accreditati che chiedono il pagamento delle spettanze arretrate. "Polimeni vuole chiudere la sanitá" si legge su uno striscione.  Stop al fertility day, urlano alcuni manifestanti. "La salute non si tocca, la difenderemo con la lotta" un altro slogan. E ancora: "De Luca complice di Renzi". "Uno apre discariche, l'altra chiude ospedali"!è scritto su un cartello con i volti di De Luca e Lorenzin. "Odio il Pd" gridano altri manifestanti. Insomma, una torre di babele. 

I cori continuano. "Iatevenne". "Lorenzin ha avuto paura di venire a Napoli". Su un cartello si legge: "Nove mesi senza stipendio, nove mesi in cassa integrazione, nove anni senza contratto. Non è uno stato interessante!". La protesta si conclude intorno alle 19. All'interno De Luca rilancia: «Vogliamo uscire dal commissariamento entro il 2017» mentre il commissario Polimeni racconta «il deserto quantitativo e qualitativo trovato in Campania». Il governatore ribadisce la necessità di «tenere fuori la politica dalla sanità».

«Il quadro della Campania è quello descritto da Polimeni, di disastro organizzativo e inefficienza. Da uomo del Sud sono indignato per questo - attacca De Luca - un apparato regionale demenziale che nessuno aveva mai toccato per paura di perdere clienti. Così avevamo 1200 addetti alla formazione e 200 alla sanità. Siamo partiti con interpelli ma gli interpellati, dopo sei mesi, non si facevano interpellare. Per questo ho trasferito dalla mattina alla sera 200 dipendenti. Nella pubblica amministrazione o si governa con il consenso o con la ghigliottina. Ora sono tutti più disponibili. Prima avevamo una sola persona addetta a definire il fabbisogno cioè i tetti di spesa, una addetta ai convenzionamenti, una addetta al controllo dei bilanci, un democratico, un artista, un antifascista ma di certo non esperto di bilanci, zero addetti ai controlli. Purtroppo la Regione non ha mai definito il fabbisogno, siamo in ritardo di 15 anni, per questo i tetti di spesa non reggono». E ancora: «Dobbiamo liberare la sanità da ladri e farabutti, da falsi centri accreditati. Ci riusciremo». E annuncia: «L'assessore alla Sanità oggi, domani e dopodomani lo fará il presidente della Regione. Così evitiamo equivoci». Poi parla dell'Arsan: «Gli ex dipendenti dell'Agenzia volevano fare i furbi con i flussi informativi, uno sta provando a sabotarci e a nascondere informazioni delle Asl. Anche qui scatterà la ghigliottina».

Sui disabili De Luca è categorico: «Basta con le liste di attesa di due anni per i bambini, basta con le mutilazioni del piede diabetico, 200 ogni anno, basta con le consulenze agli avvocati per gestire i rapporti con i privati perché cosí è salito alle stelle il costo dei contenziosi. La Campania non utilizza un miliardo e 200 milioni per il fondo rischi. Soldi immobilizzati, persi, sottratti ai cittadini, a cui si aggiungono i 300 milioni per la mobilità passiva». A Polimeni e D'Amario dice: «Io sono più rigoroso di voi, sto gestendo una fase di transizione ma il mio obiettivo è più rigoroso del vostro».
 

 

Quanto al riparto, assicura: «Noi, non i nostri predecessori, stiamo facendo una guerra per cambiare i criteri di riparto del fondo sanitario nazionale. Non più sulla spesa storica, perché altrimenti chi sta bene sta meglio e chi sta male peggio. Io non guardo in faccia nessuno, neppure il governo. Se non arrivano i soldi è guerra. Ho detto: diamo gli stessi soldi a tutti e gli altri governatori hanno detto no. Hanno avuto paura».

«Siamo al livello della Lombardia e comunque non vendiamo qui protesi dentarie di plastica come loro. In collaborazione con la struttura commissariale abbiamo oggi margini per gestire bene il personale. I manager, invece, dicano di cosa hanno bisogno. Stop alibi, se non migliorano i livelli essenziali di assistenza vanno a casa. Spetta a noi rispondere alle vostre sollecitazioni. Non voglio più liste di attesa».

Infine il piano ospedaliero: «Esprimo il mio apprezzamento, è stato fatto un ottimo lavoro e di questo voglio dare atto ai commissari ma qualcosa l'abbiamo detta anche noi. Non si poteva accettare che chiudessero gli ospedali a Napoli. Certo, c'é stata qualche tensione, qualche discussione ma alla fine c'è stato un lavoro di tutto rispetto. Nella primavera del 2017 sarà tutto aperto l'Ospedale del Mare, molti reparti già entro fine anno, non la portineria. Dovrà competere con il Cardarelli e il San Raffaele». Il messaggio ai commissari sui centri convenzionati, peró, è chiaro: «Non accettiamo la clausola che si rinunci al passato. I contratti valgono per l'anno in corso».

Le conclusioni sono affidate al ministro Lorenzin, in collegamento da Roma: «Il meccanismo dei commissariamenti ha avuto una sua logica ma ora qualcosa va cambiato. Ci sono Regioni commissariate da 10 anni, ora ci vogliono obiettivi certi e tempi certi. Vorrei che entro il 2018 tutte le Regioni uscissero dal commissariamento come è successo all'Abruzzo. Quanto dice De Luca mi fa pensare che la Campania ce la puó fare, sui conti la situazione è positiva ma il punteggio sui Lea è ancora troppo basso e allora bisogna riorganizzare il sistema, rendere i servizi migliori e più efficienti».

«Abbiamo tolto i vincoli sulla mobilità alle strutture nelle Regioni in piano di rientro.
Avevamo previsto un nuovo meccanismo sul riparto del fondo sanitario ma le Regioni non hanno raggiunto un'intesa. Questo problema si risolverà con il referendum perché si definiranno le competenze di Stato e Regioni» sottolinea Lorenzin. «Se gli obiettivi fissati da De Luca verranno raggiunti la Campania potrà uscire dal commissariamento» annuncia quindi il ministro, che rassicura tutti sul turn over del personale.

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