Asili nido senza insegnanti
resta fuori il 35% dei bambini

Asili nido senza insegnanti resta fuori il 35% dei bambini
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 3 Novembre 2016, 00:06 - Ultimo agg. 14:40
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 A Napoli la vita è dura fin da quando si è neonati. Alla carenza di spazi pubblici e giardini, magari con giostrine o spazi ludici per i più piccoli, c’è quella atavica degli asili nido. Un problema sociale, che va a pesare enormemente sul budget familiare, che inevitabilmente dovrà ricorrere alle strutture private, o se si è più fortunati alla famiglia, con i piccoli ballonzolati ora da una nonna ora da una zia. Un problema non da poco se si considera che il Comune di Napoli riesce a far frequentare i 46 asili nido appena 1.594 bimbi nelle tre fasce di età ammissibili: lattanti (sotto i 13 mesi), semidivezzi (bambini da 13 a 24 mesi) e divezzi (bambini da 25 a 36 mesi). A queste strutture pubbliche si aggiungono 8 Sezioni Primavera, senza le quali alcune Municipalità sarebbero totalmente fuori dai giochi. Numeri bassissimi, che lasciano fuori il 35 per cento delle richieste (557) e che in ogni caso copre appena il 2 per cento degli aventi diritto, ovvero i bambini nella fascia di età compresa 0 e 2 anni.

Nel capoluogo, rispetto a tre anni fa, data dell’ultimo Dossier ufficiale sugli asili nido, il numero delle domande inevase raddoppia, nonostante le strutture sono lievemente aumentate. Nell’anno scolastico 2012-13 infatti erano i bambini in lista d’attesa erano il 18 per cento su 40 asili disponibili in città. Ieri come oggi le famiglie dovranno mettere mano al portafogli consegnando i piccoli agli asili privati dove la spesa media è di 450 euro mensili oppure, per quelli meno agiati, alla famiglia, che se comunque è in grado di riservare affetto e attenzione è carente degli strumenti didattici primari, fondamentali per il loro sviluppo evolutivo e intellettivo. Il servizio fornito dall’asilo nido non si riduce infatti solo a una funzione di sostegno alla famiglia nella cura dei figli o in mero supporto per facilitare l’accesso dei genitori al lavoro, ma comprende anche finalità formative, essendo rivolto a favorire l’espressione delle potenzialità cognitive, affettive e relazionali del bambino.

Eppure, che Napoli sia una città giovane e a misura di bambino è da sempre lo slogan preferito dell’amministrazione comunale. Non è stata quindi colta l’occasione di ampliare ed arricchire l’offerta, attestando Napoli ultima in Italia e in Europa per copertura bambini/asili nido. A nulla stanno servendo i PAC, i fondi stanziati con il Piano di Azione per la Coesione del Ministero degli Interni per anziani e bambini. Nonostante l’enorme quantità di risorse economiche stanziate, le Municipalità faticano a elaborare le richieste, perdendo grandi occasioni. Come nel caso dell’asilo nido “Piazzi” che sorge nella Municipalità 3, a pochi passi dal rione Sanità, inaugurato a maggio, in piena campagna elettorale, ma non ha mai aperto i battenti per un errore burocratico: le carte sono arrivate fuori tempo massimo. Risultato, una quarantina di bimbi in graduatoria non hanno potuto frequentare il nuovissimo asilo pubblico.


Stesso iter, se non peggiore, per “Il Cucciolo” della Municipalità 5 dove la domanda conteneva grossolani errori di compilazione, ovvero nel bilancio è stato omesso il calcolo dell’Iva nell’impegnativa di spesa, con il risultato che questa struttura, aperta in pompa magna a gennaio scorso, non ha potuto ospitare i 25 bimbi. Con un intervento d’urgenza, l’assessore comunale alla Scuola Annamaria Palmieri a settembre organizzò una riunione operativa per sciogliere le criticità legate ai due asili nido promettendo «una gara d’appalto veloce per far riprendere le attività del nido “Il cucciolo” in novembre» e di sistemare anche la situazione del “Piazzi”, ma in questo i caso i tempi erano purtroppo più lunghi. A oggi però, l’unico asilo nido della Municipalità Vomero-Arenella resta chiuso. Proprio su questo quartiere la situazione è scoraggiante: i genitori possono usufruire solo di due Sezioni Primavera che ospitano ciascuna 10 bambini lasciandone fuori 24 di coloro che fanno domanda.

Dati ridicoli se rapportati con la natalità elevata del quartiere.
Sul “Piazzi”, invece, qualcosa pare muoversi: si apre oggi il bando per iscrivere i bambini nella fascia d’età 3-36 mesi, che dovrebbero - il condizionale è d’obbligo - finalmente giocare e divertirsi nei nuovi locali da gennaio. Conviene vivere nella Municipalità 6 (Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio) dove ben 347 frequentano gli asili nido, e appena 89 sono i non ammessi. Discreta la copertura nella Municipalità 10 (Bagnoli, Fuorigrotta) dove su 229 ammessi, sono in lista 51 bambini. Va male invece nella Municipalità 2 (Mercato, Pendino, Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto) dove su 184 ammessi ne restano fuori circa la metà, ovvero 105. Fortunati i bimbi della Municipalità 9 (Soccavo, Pianura), poiché ai 177 ammessi si aggiungeranno altri 14 dei 36 non ammessi per un’apertura delle iscrizioni in due strutture che scadono domani.
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