Uno scontro che non mostra segnali di flessione, che si fa ogni giorno più aspro. Consiglio dell’Ordine degli avvocati, va avanti la contrapposizione tra la nuova maggioranza rappresentata dal penalista Carmine Foreste (che esprime 17 nomi su 25), mentre il presidente Immacolata Troianiello ribadisce la propria fedeltà al regolamento. Un braccio di ferro che si è ripetuto anche nel corso delle ultime sedute consiliari, a ridosso di Pasqua, quando la nuova maggioranza ha chiesto al presidente di mettere all’ordine del giorno il tema della sfiducia e la nomina del nuovo presidente.
Una svolta che non c’è stata, dal momento che tra i temi all’ordine del giorno - almeno fino alle sedute di luglio - non sono contemplati i punti legati alla nascita di un nuovo gruppo maggioritario. Anche ieri pomeriggio, lo scontro per la leadership di piazza Cenni è stato scandito da note e interventi contrapposti.
Ma proviamo a ripercorrere la contrapposizione tra la attuale leader e gli esponenti della nuova maggioranza. Scrivono questi ultimi: «Non c’è più la maggioranza a sostegno del presidente Troianiello, che è “sub mozione” di sfiducia da parte di 2/3 dei consiglieri che criticano apertamente la sua modalità di gestione e così il Consiglio dell’Ordine avvocati di Napoli non decolla. È evidente – si legge in una nota diramata da Carmine Foreste, riferimento della nuova maggioranza all’interno del Coa - il grave conflitto di interessi da parte della Troianiello la quale, dal momento in cui è stata depositata la mozione di sfiducia, ha posto in essere una serie di azioni molto discutibili». Tra queste - scrivono - la mancata convocazione del Consiglio dell’Ordine, oltre a una serie di presunti escamotage per non affrontare la questione sfiducia.
La replica
Diverso è il ragionamento della presidente Troianiello, che replica rimarcando la propria autonomia circa la convocazione e la gestione delle sedute, nonché l’ordine di trattazione degli argomenti posti all’ordine del giorno, in base al regolamento vigente. In sintesi, tutti i consiglieri sono invitati ad intervenire solo nel rispetto dell’ordine e del tempo concesso a ciascuno di essi, evitando di sovrapporre più interventi e di togliere la parola a chi ha in corso la propria relazione. Poi aggiunge: «Nella seduta del 28 marzo si è verificata l’incresciosa interruzione della mia relazione ad opera di un consigliere che ha, con atteggiamento alquanto prevaricatore, preteso di leggere una mozione, relativa ad argomento non trattato in tale occasione, senza aver ricevuto la parola. I consequenziali disordini sorti nella riunione consiliare mi hanno costretto a dichiarare chiusa la seduta».