Bagnoli, Città della Scienza accusa:
il Comune cancella Science Center

Bagnoli, Città della Scienza accusa: il Comune cancella Science Center
Giovedì 20 Luglio 2017, 13:47 - Ultimo agg. 16:07
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«Il Comune di Napoli cancella la ricostruzione dello Science Center bruciato che era prevista per il 4 marzo 2020 e che mai la Fondazione Idis accetterà di vedere deportato il Museo». Lo si legge in un documento di Città della Scienza in risposta all'accordo sulla rigenerazione urbana di Bagnoli firmato ieri a Napoli da Governo, Regione Campania e Comune di Napoli. Il cda della Fondazione Idis denuncia che «in sfregio al Piano regolatore vigente, all'accordo programma quadro sottoscritto il 14 agosto 2014 dallo stesso sindaco de Magistris, dal presidente del consiglio Renzi e dal presidente della Regione Caldoro su richiesta non negoziabile del Comune di Napoli è stata sviluppata una proposta che prevede di acquisire al lungomare tutte le aree di sedime dei volumi incendiati lasciando lungo il percorso fronte mare solo i ruderi dell'antica vetreria».

La tutela nelle sedi legali degli interessi di Città della Scienza «è un nostro dovere, ora dovremo vedere e valutare con attenzione i danni derivanti dalla decisione dello spostamento del Museo della Scienza sancita nell'acordo siglato ieri a Napoli su Bagnoli». Lo afferma Vittorio Silvestrini, presidente di Città della Scienza, sottolineando che la decisione «contraddice i documenti che le stesse istituzioni avevano varato e in seguito ai quali città scienza ha adottato dei comportamenti e preso decisioni». Silvestrini, nel corso di una conferenza stampa convocata a Città della Scienza, sottolinea «non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata dal Comune o dagli alri soggetti istituzionali».

«Il progetto di ricostruzione dello Science Center - afferma Adriano Giannola, vicepresidente di Città della Scienza - in corso da alcuni anni viene semplicemente cassato e viene rinviato a eventi futuri piuttosto complicati e laboriosi che fanno quindi perdere qualsiasi certezza e un'impresa che vive anche di dati certi su cui costruire i budget e le prospettive. Cade tutto il piano industriale. Quindi non è una polemica sterile su com'era prima e com'è dopo. Non ci sentiamo traditi, ma il sindaco aveva anche firmato l'accordo di programma e aveva partecipato ad alcune sedute della conferenza dei servizi».

La conferenza dei servizi era stata indetta dalla Regione Campania nel marzo 2016 dopo che un raggruppamento di architetti aveva vinto il concorso bandito da Città della Scienza per il progetto del nuovo Museo.
La conferenza era stata però sospesa dopo il decreto Sblocca Italia che aveva deciso il commissariamento di Bagnoli. Nel febbraio scorso, però, Città della Scienza aveva raggiunto un accordo sottoscritto con Invitalia, soggetto attuatore individuato dal governo per il risanamento di Bagnoli, che prevedeva la ricostruzione del Museo della Scienza con un massimo di sei meri di arretramento rispetto quanto previsto dall'accordo quadro firmato nel 2014 da de Magistris e l'allora premier Matteo Renzi. «Non c'è animosità - spiega Giannola - prendiamo atto che è cambiato l'orizzonte. La ricostruzione ora è ferma per decreto come facciamo ad andare avanti su un progetto che era incardinato su dei binari se ci tolgono i binari?»
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