Bagnoli, piano di Spirito per il porto:
colmata verso la darsena petroli

Bagnoli, piano di Spirito per il porto: colmata verso la darsena petroli
di Antonino Pane
Giovedì 8 Dicembre 2016, 11:21 - Ultimo agg. 11:33
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Pietro Spirito, il nuovo presidente dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale dovrà risolvere i problemi portuali della Campania e anche quelli di Bagnoli. Spirito sa meglio di chiunque altro, quindi, che ci sono da portare via da Bagnoli oltre un milione e ottocentomila tonnellate di sedimenti se si vuole avviare concretamente la bonifica di un sito strategico per la città è per l'intera regione. E proprio per questo Spirito ha detto subito che il porto di Napoli è disponibile ad accoglierli.

«Sul tema della bonifica di Bagnoli - ha precisato il neo presidente - ho sempre avuto ottimi rapporti con il Comune di Napoli. Il porto è quindi l'Autorità di sistema portuale non è inserito nella cabina di regia di Bagnoli ma opera come ente collaterale insieme ad altri organi pubblici. Conosco molto bene la situazione - ha aggiunto - ed è bene cominciare a preparare subito la soluzione. Quando faranno la bonifica bisognerà trovare un luogo per portare la colmata e i sedimenti marini. Il ministero delle infrastrutture aveva indicato il porto di Trieste, ma è troppo distante e quindi il porto di Napoli con una nuova colmata dovrà accogliere questi sedimenti».

In totale si tratta di circa un milione di tonnellate per quanto riguarda la rimozione della colmata a mare di Bagnoli e di circa 800mila tonnellate di sedimenti marini, secondo uno studio del 2005. Il destino del porto di Napoli, dunque, si incrocia nuovamente con quello di Bagnoli. Spirito ha detto che si dovrà costruire una nuova cassa di colmata, tenuto conto che quella attualmente in corso di ultimazione della nuova darsena di levante a stento riuscirà a raccogliere parte delle sabbie inquinate del porto e che i lavori di escavo, finanziati dal Grande Progetto sostenuto dalla regione e dalla Ue, sono già oggetto di un bando pubblicato nel mese di settembre scorso. Un programma ambizioso che rievoca percorsi e progetti già avviati in un passato non tanto lontano ma puntualmente accantonati. A prendere in carico Bagnoli è stato il governo Renzi che ha avocato a se la «Bonifica ambientale e la rigenerazione urbana delle aree di rilevante interesse nazionale - comprensorio Bagnoli-Coroglio».

Il commissario straordinario, Salvo Nastasi, ha individuato in Invitalia il soggetto attuatore degli interventi di bonifica e risanamento ambientale e del ridisegno urbanistico del comprensorio.
Sono trascorsi dodici mesi ed il Commissario Straordinario, seppure tra tanti ostacoli, è riuscito a tracciare una via di uscita per completare le bonifiche e per procedere alla rigenerazione di uno dei comprensori più invidiati al mondo. Tra le scelte operate, come si legge nel documento di programmazione recentemente elaborato da Invitalia, vi è la rimozione di quella colmata realizzata su area demaniale nel lontano 1952, con il parere contrario della Soprintendenza, dall'Ilva. Una colmata di oltre un milione di metricubi fortemente contaminata da residui delle lavorazioni industriale ormai ferme dal 1991. Una scelta che ratifica l'indirizzo della variante al Piano Regolatore Generale definitivamente approvata nel 1998.
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