Big azzurri e i re della movida
il pm indaga sui viaggi a Ibiza

Big azzurri e i re della movida il pm indaga sui viaggi a Ibiza
di ​Leandro Del Gaudio
Venerdì 23 Giugno 2017, 23:57 - Ultimo agg. 24 Giugno, 23:59
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Sono stati loro ad affittare - graziosamente - il motoscafo in cui Gonzalo Higuain trascorse il suo primo giorno di relax nelle acque del golfo, salvo poi incappare in un piccolo incidente mentre era ormeggiato nelle acque di Capri. Sono stati ancora loro ad organizzare il tavolo della trattativa, con la convocazione a cena - in uno dei ristoranti più esclusivi di Napoli - di alcuni protagonisti dei fatti dell’Olimpico, dopo il ferimento mortale di Ciro Esposito, a margine della finale di Coppa Italia vinta dal Napoli contro la Fiorentina. E sono ancora loro, sempre loro, ad essere presenti quando si tratta di andare a salutare Lavezzi a Parigi, magari per accompagnare altri calciatori; o c’è da andare in Sardegna o a Ibiza, magari solo per presenziare alle feste di Gianluca Vacchi, in compagnia di calciatori e veline, insomma gente del bel mondo (che non ha nulla a che spartire con traffici opachi e storie di clan). Loro, sempre loro: parliamo dei fratelli Gabriele, Francesco e Giuseppe Esposito, finiti in manette due giorni fa con l’accusa di intestazione fittizia di beni, in relazione alla gestione del centro Eurobet di piazza Mercato, un reato aggravato da contatti con esponenti della criminalità organizzata.
 

 

Una vicenda che va raccontata a partire da un retroscena. Siamo nell’agosto del 2013, quando la Procura decide di accendere i riflettori sui tre fratelli imprenditori. In realtà, la delega di indagine nasce da un filone parallelo dell’inchiesta su Iorio e Potenza, seguendo in particolare Fabio e Paolo Cannavaro, due ex giocatori del Napoli estranei all’inchiesta sui ristoranti di Chiaia e a quella attuale che coinvolge i fratelli Esposito. Da qui si passa ai tre fratelli Esposito, leader nel settore della commercializzazione (all’ingrosso e al minuto) dei giocattoli, tanto da vantare contatti con Enrico Preziosi (estraneo alle indagini, ndr), ma anche in grado di poter contare su uno spaccato di conoscenza oggi venuto fuori solo in parte. È così che l’inchiesta via via raccoglie elementi sempre nuovi: si parte dal «dirty bet», gioco sporco - nome in codice dell’inchiesta sulla agenzia di piazza Mercato - per deviare su una sorta di indagine sul bel mondo. Ed è in questo scenario che si arriva a captare in diretta la cosiddetta trattativa successiva alla partita dell’Olimpico del tre maggio del 2014. Non sanno di avere i telefoni sotto controllo, i fratelli Esposito, quando ragionano assieme ad alcuni calciatori sulla migliore versione difensiva da raccontare ai pm: temevano ripercussioni per Genny De Tommaso, il famigerato Genny ’a carogna dei Mastiffs, impose lo stop alla finale di Coppa Italia, salvo dare il nulla osta dopo aver parlato con il capitano Marek Hamsik sotto la curva dell’Olimpico.

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