Napoli, bozze di esame in studio
condannato un noto architetto

Napoli, bozze di esame in studio condannato un noto architetto
di Francesco Gravetti
Venerdì 11 Novembre 2016, 13:13 - Ultimo agg. 14:21
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Nola. Rivelazione di atti di ufficio: questo il reato per il quale Salvatore Visone, ex presidente dell'Ordine degli architetti di Napoli e provincia con studio a Marigliano e origini di Ottaviano è stato condannato, in primo grado, dai giudici del tribunale di Nola a un anno e tre mesi. Assolte le altre due imputate, due collaboratrici dell'architetto: Assunta Visone e Annalisa Lala. Tutti e tre sono stati processati perché trovati in possesso, a fine novembre 2013, delle tracce della prova scritta dell'esame di Stato per diventare architetto, che avrebbe dovuto essere svolta due giorni dopo.

Al tempo dell'indagine, Visone era presidente in carica dell'Ordine napoletano (era stato eletto nel luglio del 2013), mentre ora non ricopre più la carica che, peraltro, ha conservato per tutto il tempo del processo. La condanna del giudice è più mite rispetto alla richiesta del pubblico ministero, che aveva chiesto un anno e sei mesi per l'ex presidente dell'Ordine e un anno per le due donne.

Per Visone, comunque, scatta la sospensione della pena, mentre non è da escludere che ora la procura possa ricorrere in appello. Ha pesato sul giudizio, probabilmente, il fatto che quelle tracce, seppure fossero le stesse pensate per l'esame di abilitazione, non furono poi usate il giorno della prova.

Le tracce vennero, infatti rinvenute nell'auto di Annalisa Lala dai carabinieri a Marigliano. Dopo una iniziale titubanza la donna ammise che si trattava di appunti riguardanti l'esame di abilitazione per diventare architetto e disse di averle ricevute da Salvatore Visone, che aveva lo studio a due passi. I carabinieri decisero, allora, di andare allo studio e trovarono Visone in compagnia di un'altra persona, Assunta Visone, anche lei architetto.
Anche loro avevano lo stesso appunto: una fotocopia recante la scritta «Esami di abilitazione Seconda sessione Architetti Sezione A» e poi, sotto, le tre tracce.

Visone spiegò che si trattava di elaborazioni personali, ipotesi sui possibili argomenti che sarebbero usciti due giorni dopo, quando avrebbe dovuto svolgersi la terza prova dell'esame, la seconda scritta. Ma quegli appunti, scritti al computer, erano troppo ben ordinati, troppo somiglianti a tracce ufficiali. Gli investigatori decisero, così, di fare la prova del 9: il giorno dopo andarono all'Università degli Studi di Napoli, facoltà di architettura, dove stava svolgendosi la prima prova scritta. Avvicinarono il presidente di commissione, il professor Leonardo Di Mauro e gli chiesero di confrontare i fogli requisiti nello studio dell'architetto Visone con le tracce ufficiali, che avrebbero dovuto essere lette agli esaminandi il giorno dopo: erano assolutamente identici. Stessa impostazione del foglio, stessa impaginazione.

Il professor Di Mauro riunì di nuovo la commissione e modificò le tracce della seconda prova scritta. In questo modo l'esame di Stato fu salvo, perché nessuno beneficiò della visione degli argomenti prima del tempo. Si aprirono, però le indagini a carico dei tre, conclusesi ora con una condanna e due assoluzioni.