Il sindaco di Ecolano Buonajuto:
«Incredibile guerriglia tra centri sociali»

Il sindaco di Ecolano Buonajuto: «Incredibile guerriglia tra centri sociali»
Giovedì 17 Novembre 2016, 10:56 - Ultimo agg. 11:12
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Ercolano. «Allucinante, incredibile, anacronistico, assurdo». Usa molti aggettivi Ciro Bonajuto, sindaco di Ercolano, per commentare gli scontri tra anarchici di estrema sinistra ercolanesi e del Vesuviano e membri di Casa Pound Napoli, avvenuti proprio nella sua città, a due passi dal municipio, e che si sono trascinati praticamente fino alla sera con l'aggressione e il ferimento del colonnello Filippo Melchiorre, comandante del Gruppo carabinieri di Torre Annunziata.
 


Sindaco, inutile chiederle cos'è successo.
«Trovo incredibile che due gruppi di giovani, al giorno d'oggi, si scontrino per motivi ideologici in strada, armati di mazze, e si rompano la testa. E poi alle 11 di mattina, quindi significa che non lavorano, non studiano. Quando mi sono recato sul posto, sono rimasto sconvolto per quanto sangue fosse rimasto a terra. Assurdo, soprattutto che sia avvenuto proprio nel giorno della nomina di Ercolano tra le finaliste come capitale italiana della cultura».
Conosce i protagonisti degli scontri?
«Non li conosco personalmente. Sapevo dell'esistenza di quel gruppo perché tre anni fa si riunivano a Pugliano, ma che oggi fossero lì mi sfuggiva. Ho scoperto che avevano una sede in via Fontana praticamente solo dopo l'accaduto. Trovo ancora più assurdo che abbiano anche aggredito e ferito il colonnello Melchiorre, che per fortuna adesso sta bene».
Prevede iniziative contro di loro?
«Non conosco i locali e non prevedo alcuna iniziativa da parte dell'amministrazione comunale. Comunque si tratta di locali privati e non so chi siano i proprietari».
Sa che cosa facessero lì?
«So che facevano il doposcuola ad alcuni ragazzini del quartiere e, devo essere sincero, i momenti di aggregazione che riguardano i giovani li valuto sempre positivamente. Ma credo che adesso difficilmente gli ercolanesi manderanno ancora i propri figli lì».
Cosa ha causato questi scontri? La protesta per lo sfratto?
«Sicuramente non lo sfratto di quella famiglia che, in realtà, stiamo anche eseguendo a malincuore. Anzi, devo dire che trovo positivo che un gruppo di giovani stia vicino ad una famiglia, manifesti il proprio dissenso contro questa decisione, ma poi non posso approvare che sfoghino la propria rabbia in questa maniera».
Come sindaco lei cosa fa per colmare quello che lei chiama disagio sociale?
«Forse la soluzione è investire in cultura, offrendo innanzitutto opportunità sociali, invece spesso si pensa ad ottenere fondi e a spenderli, lasciando un evento fine a se stesso, senza creare consapevolezza sul territorio».
E i giovani si allontanano dalla politica...
«Spesso la vedono come un nemico, invece la vera politica può essere opportunità . I giovani si autoescludono: sono tutti scoraggiati e rassegnati».
E in questo caso la politica ha colpe?
«La mia risposta è sì. La politica ha tante responsabilità, soprattutto se si verificano episodi del genere in pieno giorno tra giovani che credono, giustamente o meno, in un'ideologia al punto tale da arrivare ad uno scontro fisico violento».
E lei ha colpe?
«Posso tranquillamente dire che non ho colpe, non credo proprio di averne. Me lo sono chiesto dopo l'accaduto, e la risposta è no».