«Caduto dalla barella al Cardarelli
mio padre è morto con un ematoma»

«Caduto dalla barella al Cardarelli mio padre è morto con un ematoma»
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 1 Settembre 2016, 08:07 - Ultimo agg. 10:45
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Un decesso sospetto. Una morte in ospedale sulla quale sarà adesso la Procura di Napoli ad esprimersi. E, per quel che si sospetta, un nuovo caso di presunta malasanità a Napoli. È l'odissea consumatasi in una settimana, tra il 7 e la giornata di Ferragosto, in una città svuotata, semideserta, nella quale tuttavia quei luoghi di sofferenza che sono gli ospedali non rimangono mai vuoti. A cominciare dal principale ospedale cittadino: il Cardarelli.
Ed è proprio qui, al Cardarelli, che si consuma il dramma di Laopoldo Calvano, 80 anni, pensionato ed ex impiegato della Nato. Un uomo mite, marito e padre di tre figli cresciuti tra non pochi sacrifici. Calvano è morto nella notte del 23 agosto, e adesso la famiglia chiede alla magistratura di accertarne le cause. Già, perché due circostanze appaino certe. La prima è che l'anziano entrò in ospedale per essere curato da una insufficienza respiratoria; la seconda è che ne sarebbe uscito, morto, con un grosso ematoma al cranio, con una costola rotta e con escoriazioni al ginocchio sinistro.

Che cosa è successo? Sull'accaduto indaga la Procura della Repubblica, che ha ordinato l'autopsia (eseguita l'altroieri) sul cadavere della vittima e che ha delegato le indagini alla Polizia di Stato, che ha nel frattempo sequestrato la cartella clinica del paziente. Dalla denuncia presentata dai familiari di Calvano emerge quanto segue. L'uomo, affetto da problemi respiratori, viene ricoverato grazie a un tempestivo intervento del 118 al Cardarelli la sera del 7 agosto. Dopo essergli stata praticata una Tac, il paziente - in coma ipercapnico - va inizialmente nel reparto di Medicina d'urgenza, poi in rianimazione, dove resta per sei giorni. Sedato nelle prime ventiquattr'ore, migliora e riconosce i parenti.

Si arriva così alla vigilia di Ferragosto. Ai familiari viene comunicato che Leopoldo sta per tornare al reparto di medicina d'urgenza-degenza breve. Vanno a trovarlo la moglie e i figli, con i quali il paziente parla, si informa, chiede novità sul Napoli. «Reattivo e lucido, papà stava meglio», così ricostruisce il figlio Giuseppe. «Alle 14 andammo via - prosegue il figlio - Alle 22 lo lasciai lucido e sereno. A Ferragosto tornammo nel reparto ma non trovammo più papà». A Giuseppe viene spiegato che Leopoldo è stato appena portato in Pneumologia, lui corre nel padiglione Palermo e trasecola: il padre è incosciente, presenta un vistoso ematoma al lato sinistro della fronte «grande quanto metà arancia», spiega. «Papà non riconosceva e non rispondeva più», prosegue Giuseppe Calvano.