Camorra, il ragazzino che imita sul web il babyboss

Camorra, il ragazzino che imita sul web il babyboss
di ​Nico Falco
Domenica 3 Aprile 2016, 11:29 - Ultimo agg. 11:31
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Una antologia della camorra, un tributo zeppo di esaltazioni alla malavita e foto di giovanissimi camorristi. Quasi tutti i post pubblici contraddistinti dal 17 e dalle sigle FS e ES: il numero che faceva parte del tatuaggio di Pasquale Sibillo e gli acronimi per Famiglia Sibillo ed Emanuele Sibillo, il boss diciannovenne ucciso in un agguato il 2 luglio scorso. La Spoon River del clan Sibillo di Forcella è il profilo Facebook di un ragazzino napoletano, imparentato con i boss della paranza dei bambini.



La sua bacheca virtuale, una vetrina ossessiva dei cugini più grandi e famosi, è lo specchio del contesto familiare e sociale; i numerosi like e apprezzamenti ricevuti, invece, testimoniano che il gruppo camorristico, sebbene decimato da arresti e agguati, sia tutt'altro che scomparso. La percezione che il ragazzino ha di sé, inquadrata nella malavita locale, si ha già dal nome fittizio scelto per il profilo accanto al cognome originale: Fortunato Di Venanzio, come il fratello quindicenne del mafioso latitante Rodolfo nella fiction L'onore e il rispetto. Un alter ego con cui condivide lo stile di vita delle persone che frequenta. Sul profilo, la vera presenza ingombrante è quella di Emanuele Sibillo: decine e decine di sue fotografie, sia da solo sia col fratello Pasquale, citato in moltissimi post e quasi innalzato ad angelo custode al quale rivolgersi attraverso il social network. In alcuni scatti compare anche Antonio Napolitano, il diciottenne arrestato ad ottobre e considerato il reggente per conto di Pasquale Sibillo durante la detenzione del boss, ma non mancano i nomi degli altri giovanissimi successivamente arrestati nelle operazioni anticamorra: viene citato anche Vincenzo Costagliola, poi raggiunto da ordinanza cautelare insieme Pasquale (scagionato dal Riesame) ed Emanuele Sibillo per l'omicidio nel febbraio 2015 di un ventiquattrenne di Pozzuoli, Maurizio Lutricuso, al termine di una lite scatenata col pretesto di una sigaretta negata.

Quella per il gruppo criminale è un ammirazione in cui viene ostentato il desiderio di farne parte. Il ragazzino usa un gergo che ricorda quello della camorra, difende a suo modo la famiglia minacciando di sparare insieme al cugino a chiunque ne parli male, posta le foto dei bambini piccoli di Emanuele e Pasquale vantandosi della bellezza dei suoi nipotini. E non mancano i riferimenti cinematografici, a testimoniare come lo stesso gruppo criminale viene visto dagli occhi di un poco più che bambino che ha quotidianamente a che fare con loro. Una immagine da quella del vecchio boss capace di orchestrare trame di potere e di violenza. Si parla di sventagliate di mitra e di colombiani da uccidere: il personaggio da imitare è Tony Montana, nel remake di Scarface interpretato da Al Pacino, criminale capace di accumulare enormi ricchezze con la droga e, al tempo stesso, col pallino di fare piazza pulita di qualsiasi avversario affrontandolo in prima persona a colpi di M16.

Il post simbolo, che testimonia quanto il carisma criminale di Emanuele Sibillo abbia trasformato il giovane boss deceduto in fenomeno di costume, da imitare a ogni costo, è del primo febbraio scorso, Carnevale: uno accanto all'altro, ci sono la foto del diciannovenne e quella di un bambino che avrà meno di dieci anni. È la stessa situazione che, ripresa in altri scatti, circola sulle bacheche virtuali di altri personaggi legati al clan di Forcella.

I due sono vestiti in modo identico, il bambino ha una barba finta e un paio di occhiali. Una ammirazione che, in certi ambienti di Forcella, si trasforma in idolatria.

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