Camorra, la mappa della tensione
quattro fronti nel cuore della città

Camorra, la mappa della tensione quattro fronti nel cuore della città
di Nico Falco
Lunedì 23 Gennaio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 13:45
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La Sanità, Forcella, Ponticelli e Pianura. Quattro aree per almeno otto clan, quattro fronti dove la difficile convivenza tra le paranze di camorra si traduce in sparatorie, colpi d’arma da fuoco intimidatori, gambizzazioni, fino ad arrivare all’omicidio. Non una faida a viso aperto, ma segnali derivanti dai continui attriti che tengono alta la tensione anche tra i residenti, quelli che delle logiche di camorra conoscono soltanto la possibilità, a volte poco remota, di trovarsi sulla traiettoria di una pallottola vagante. In ballo, sempre gli stessi affari: la droga e il racket su tutti, il contrabbando e il falso nel centro cittadino.

Tra il quartiere Mercato e la zona delle Case Nuove il faccia a faccia è tra gli storici Mazzarella e i Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, infiltratisi nell’area alle spalle del Loreto Mare col supporto di quel che resta del clan Sibillo, decapitato per la seconda volta a novembre. Con una incognita: il ruolo dei Giuliano di “terza generazione”, originariamente riuniti in cartello con gli Amirante-Brunetti-Sibillo e che attualmente potrebbero voler approfittare delle difficoltà degli altri due clan per tentare di emergere.

In questo conflitto si collocherebbero le tre “stese” avvenute nel giro di 24 ore ad ottobre al Mercato e altri due episodi: agli inizi di dicembre un ordigno esplose sotto l’abitazione di un trentasettenne considerato dalle forze dell’ordine referente del clan Rinaldi per il quartiere napoletano e tre settimane dopo un pregiudicato di 62 anni, che sarebbe stato l’autista del destinatario della prima intimidazione, fu gambizzato in pieno giorno a Porta Nolana.

In questi attriti si colloca anche la sparatoria avvenuta il 5 gennaio alla Duchesca, quando, per rappresaglia contro un ambulante straniero che non voleva cedere al pizzo, sono stati feriti tre giovani senegalesi e una bambina napoletana: per quel raid la Squadra Mobile ha arrestato quattro persone, tra cui due ambulanti italiani e due giovani ritenuti collegati al clan Mazzarella. Altro fronte, la Sanità: il rione al centro di Napoli è il campo di battaglia dei Genidoni-Esposito e dei Lo Russo, che si contendono l’egemonia per i traffici di droga e le estorsioni.

In galera i vertici di entrambi i clan, smantellato il gruppo di Miano anche grazie al pentimento dell’ultimo boss, Carlo Lo Russo, che con le sue dichiarazioni ha fatto luce su un omicidio di un innocente avvenuto proprio in questa faida: ad uccidere Gennaro Cesarano, per sbaglio, fu un commando partito da Miano col compito di sparare nell’area sotto il controllo di Pierino Esposito, poi ucciso in un agguato, per vendicarsi di un raid analogo che il boss della Sanità aveva fatto compiere sotto l’abitazione di Lo Russo per intimidirlo affinché non tentasse di riprendere il controllo del rione napoletano.

Negli ultimi giorni nella zona due persone, un uomo di 50 anni e un ragazzo di 21, sono state gambizzate: nel primo caso non si esclude un collegamento con il traffico di droga, nel secondo le indagini sono ancora in corso ma, stando a quanto dichiarato dalla vittima, il ferimento sarebbe avvenuto nel tentativo di disarmare un ragazzo che avrebbe cominciato a sparare in aria.

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