Camorra, era pronto a volare a Dubai: preso boss dei Mallardo

Camorra, era pronto a volare a Dubai: preso boss dei Mallardo
di Leandro Del Gaudio
Sabato 9 Novembre 2019, 23:30 - Ultimo agg. 12 Novembre, 21:03
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Lo hanno fermato al San Giovanni Bosco, l’ospedale sul quale il ministro dell’interno Luciana Lamorgese ha promesso massima attenzione sotto il profilo investigativo. Lo hanno fermato lì, nell’ospedale della camorra (a dispetto delle tante eccellenze che vi lavorano), mentre accudiva un parente malato: gli hanno messo le manette ai polsi e lo hanno portato in cella, convinti che stesse per lasciare l’Italia, direzione Dubai. Torna in manette Gennaro Trambarulo, presunto boss e presunto killer del clan Mallardo, accusato di violenza, racket e estorsione. È finito in cella assieme alla convivente Carmela Pellegrini (per entrambi è scattata la convalida dei fermi da parte del gip), con l’accusa di aver taglieggiato due imprenditori dell’hinterland partenopeo, attivi nel settore alimentare e tessile. 

NIZZA-DUBAI
Inchiesta condotta dai pm Simona Rossi, Maria Sepe, Ida Teresi, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che analizza un lungo lasso di tempo: siamo nel 2002, quando hanno inizio i prestiti che per gli inquirenti sono superiori alla soglia legale (in alcuni casi oltre il 50 per cento). Conti alla mano, i coniugi avrebbero preteso 250mila euro da un imprenditore e 500mila euro da un altro imprenditore: «Trambarulo vende e mette in commercio il denaro», secondo la ricostruzione degli inquirenti, fondata su intercettazioni e sul racconto delle parti offese. Diversa invece la posizione dei due indagati, pronti a dimostrare l’estraneità alle accuse nel procedimento in corso. Ma cosa ha spinto la Dda a firmare il fermo dei due conviventi? Stando alla ricostruzione degli inquirenti, assume rilievo quanto potrebbe avvenire il 19 novembre, data dell’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame, dove si discute la richiesta di arresto a carico di Trambarulo, dopo il rigetto firmato mesi fa dalla seconda corte di assise di Napoli. Che storia è questa? Pur essendo stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Gennaro Di Roberto, Trambarulo non è stato arrestato: i giudici della corte di assise hanno infatti respinto la richiesta di manette, non ravvisando le esigenze cautelari. 

Sempre presente in aula, Trambarulo si era difeso a piede libero, mostrandosi però rispettoso di tutti gli snodi processuali che lo hanno interessato. Diverse le conclusioni della polizia giudiziaria, almeno secondo quanto emerso dal fermo di pochi giorni fa, che fa esplicito riferimento ai viaggi dei due conviventi in prossimità delle udienze clou: lo scorso luglio, in vista della sentenza, Trambarulo si era allontanato verso una destinazione rimasta ignota, probabilmente temendo che scattassero le manette ai polsi con una possibile condanna per l’omicidio. Anche ad ottobre, in vista di un’udienza dinanzi al Riesame, Trambarulo ha lasciato l’Italia in auto, per arrivare a Nizza, da dove ha preso un aereo per Dubai. Stesso viaggio, ma separato di un giorno, da parte della convivente (accompagnata da uno dei collaboratori del marito che aveva fatto la prima trasferta in Francia), per consentire alla donna di prendere il volo Nizza-Dubai. Possibile - secondo gli inquirenti - che anche in vista dell’udienza del 19 novembre, l’indagato decida di lasciare l’Italia.

Una rotta - quella per Dubai - che torna ad interessare il pool anticamorra napoletano. Sono diversi i pregiudicati napoletani che si sono recati a Dubai nei mesi estivi, mentre sempre lì negli Emirati trascorre da almeno quattro anni la sua latitanza dorata Raffaele Imperiale, ex broker del narcotraffico, per conto dei clan di Secondigliano. Quanto basta - scrivono gli inquirenti - a supporre che anche in vista dell’udienza del Riesame, Trambarulo potesse lasciare l’Italia per volare verso la capitale del medioriente al sicuro dalle richieste di rogatoria del nostro paese. 

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