Camorra pulp ad Afragola: boss fatti a pezzi e sepolti in sacchi

Camorra pulp ad Afragola: boss fatti a pezzi e sepolti in sacchi
di Marco Di Caterino
Venerdì 17 Febbraio 2017, 09:17 - Ultimo agg. 7 Novembre, 14:13
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Afragola. La «macelleria» della camorra. Rapiti due settimane fa, vittime di un doppio caso di lupara bianca, sono stati ritrovati cadavere in un posto sperduto delle campagne di Afragola. I corpi tagliati a metà, di netto, all’altezza del bacino, probabilmente quando i due erano ancora vivi e poi infilati in quattro buste di plastica nera, sotterrate a circa un metro di profondità, ai piedi di una mimosa in fiore, forse per coprire il nauseabondo odore della decomposizione, di sicuro per segnare il luogo della sepoltura.

Per gli inquirenti non ci sono dubbi sull’identità dei due corpi cosi orrendamente mutilati. Si tratta di Luigi Ferrara, 43 anni, di Casoria - fratello di Angelo, gola profonda della camorra e accusatore dei Moccia, morto suicida nel carcere di Carinola - e di Luigi Rusciano, 53 anni, di Mugnano, ritenuti broker del contrabbando di sigarette in grande stile e dei quali si erano perse le tracce nel pomeriggio del 31 gennaio scorso, quando erano stati visti girare nel rione Salicelle di Afragola, a bordo di una Fiat Idea. L’auto fu successivamente ritrovata poco distante dal rione, parcheggiata in un garage a pagamento, con i sedili sporchi di sangue, e con le carte di identità e i cellulari di Ferrara e Rusciano sul cruscotto della vettura. La loro scomparsa era stata denunciata ai carabinieri di Casoria e a quelli di Mugnano già poco ore dopo la loro sparizione. Il ritrovamento dei due corpi tagliati a metà è avvenuto nelle prime ore del pomeriggio di ieri. Forse una soffiata, o addirittura la collaborazione di un terzo uomo pesantemente coinvolto nel rapimento delle due vittime, ha portato gli agenti del commissariato di Afragola, diretto dal vice questore Alfredo Carosella, in quel campo incolto di Località Ferrarese, dove a colpo sicuro i poliziotti hanno individuato con precisione il posto dove erano stati sepolti Luigi Ferrara e Luigi Rosciano. Agli agenti è bastato rimuovere pochi centimetri di terreno, per trovarsi di fronte all’orrore puro e all’insopportabile lezzo della morte.
 

 


Nella buca, profonda meno di un metro e larga quel tanto che bastava per contenere i due corpi tagliati a metà, i poliziotti hanno rinvenuto quattro buste di plastica, che lasciavano intravvedere, senza ombra di dubbio, le sagome dei corpi così orrendamente sezionati. Solo con l’arrivo della polizia mortuaria e degli agenti della sezione di polizia scientifica del commissariato è stato possibile aprire quella sorta di bare di plastica, per una prima identificazione. E all’orrore si è aggiunto orrore. Da una prima ispezione esterna dei corpi non sono stati trovati fori di proiettili e nemmeno ferite da taglio sulle parti di cadavere, che all’esame sul posto non presentavano nemmeno i segni di una marcata decomposizione. Elementi, questi, che in attesa dei risultati dalle autopsie fanno ritenere al momento che Luigi Ferrara e Luigi Rosciano siano stati tagliati a metà quando erano ancora in vita. Una fine atroce e un modus operandi non dissimile da quello dei macellai fanatici dell’Isis, che nemmeno ai tempi degli scontri più feroci delle varie guerre e faide di camorra si era mai visto. Secondo gli inquirenti questa doppia esecuzione in stile «pulp» sarebbe avvenuta in un altro posto, e forse da pochissimi giorni. Anche la sepoltura sarebbe avvenuta pochi giorni fa, considerando che il terreno che copriva i cadaveri era ancora soffice e per niente compatto. I corpi su disposizione dei magistrati della Direzione Distrettuale antimafia di Napoli sono stati portati presso l’Istituto di medicina legale del secondo policlinico di Napoli, dove verrà effettuata la doppia autopsia.
 


La notizia dei cadaveri fatti a pezzi ha fatto rapidamente il giro del circondario, tanto che una volta sgombrato il campo è iniziato l’odioso e inspiegabile turismo macabro, con ragazzetti a farsi i selfie sulla buca dei tagliati a metà.

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