Cancellavano multe e fermi, richiesto giudizio per 28 dipendenti Equitalia

Cancellavano multe e fermi, richiesto giudizio per 28 dipendenti Equitalia
di Viviana Lanza
Martedì 23 Febbraio 2016, 09:02 - Ultimo agg. 12:08
2 Minuti di Lettura
C’era chi avrebbe contattato l’amico dipendente della società di riscossione per avere informazioni riservate sulla posizione debitoria propria o di parenti e interessarsi per eventuali rateizzazioni e chi avrebbe versato la mazzetta per ottenere visure seguendo un iter amministrativo diverso da quello prescritto. C’era persino chi, e in questo caso l’accusa è rivolta ai presunti dipendenti infedeli, si sarebbe organizzato come in un’associazione a delinquere per compiere «delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio». Per tutti la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. La richiesta è stata formalizzata in aula nel corso dell’udienza preliminare che si è aperta ieri dinanzi al giudice Alessandra Ferrigno. Ventotto gli imputati: per gli inquirenti (l’inchiesta è stata condotta dai pm Henry John Woodcock, Giuseppina Loreto e Celeste Carrano con il coordinamento del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino) gli elementi a loro carico meritano un approfondimento dibattimentale. Le indagini hanno svelato l’esistenza di due gruppi, uno formato da quattro fra dipendenti e funzionari di Equitalia Sud spa e un secondo gruppo che faceva capo a un dipendente dell’ente di riscossione, un addetto alla vigilanza e un addetto alla portineria. Abuso d’ufficio, corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, falso e truffa ai danni di Equitalia spa sono a diverso titolo le accuse contestate. Le indagini hanno consentito anche di risalire al tariffario previsto per le false procedure avviate dagli indagati per ridurre i pagamenti o ottenere la cancellazione di un fermo amministrativo imposto a un debitore dalla società di riscossione, la rateizzazione di un debito o la cancellazione di una cartella esattoriale eludendo il controllo delle commissioni interne. Per una visura riservata della propria posizione debitoria, attraverso gli archivi informatici di Equitalia Sud spa, si pagavano tra 10 e 50 euro. I costi salivano tra i 200 e 2mila euro per gli altri interventi. Quando a giugno dello scorso anno l’inchiesta arrivò a una svolta, il capo della Procura di Napoli Giovanni Colangelo commentò: «La corruzione nella pubblica amministrazione è un fenomeno che vorremmo vedere arretrare, ma che purtroppo porta agli onori della cronaca nuovi episodi». E Equitalia fece sapere di costituirsi come parte lesa e di aver offerto massima collaborazione agli inquirenti affinché fosse fatta piena luce sui fatti oggetto delle indagini, tanto che uno dei dipendenti sotto inchiesta fu denunciato e licenziato nel 2014 e gli altri sono stati nel frattempo trasferiti a mansioni non operative in attesa delle conclusioni degli inquirenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA