«Capri va difesa,
turisti a scaglioni»

«Capri va difesa, turisti a scaglioni»
di Rosa Palomba
Mercoledì 7 Giugno 2017, 11:17 - Ultimo agg. 13:12
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La certezza è che la voce «turismo» è l'unica parte sana dell'economia italiana. Tanto sana da lasciar intravedere un ulteriore, consistente balzo in avanti. Più cinque per cento nei prossimi tre anni, secondo gli studi del governo. «Con la crisi del Medio Oriente dobbiamo prepararci ad affrontare flussi di visitatori stranieri e italiani sempre più massicci e anche esigenti», dice Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al ministero Beni culturali e Turismo. Proteggere per accogliere, dunque. Quindi, risorse come archeologia, storia e natura, non possono essere commercializzate come un normale bene di consumo. Su questi temi, il ministero di Ilaria Borletti Buitoni è al lavoro già da un po'. Da ieri, anche sulla richiesta di «aiuto» del sindaco di Capri, che lancia l'allarme «assalto all'isola». Ma una sorta di emergenza è già scattata per tutti i siti più prestigiosi d'Italia.

Sottosegretario, lei di recente ha lanciato l'ipotesi delle misure no-stress per Venezia, Cinque Terre, Capri e i centri storici di Roma e Firenze: cosa intende?
«Penso che risorse storiche, archeologiche e paesaggistiche vadano protette. Anzi di più. È necessario conservarle nel miglior modo possibile».
In che senso?
«Sono i beni più preziosi del nostro Paese. Per questo possono contribuire in maniera consistente a colmare i vuoti economici di questa lunga crisi».
Quindi?
«Bisogna individuare strategie pratiche affinché questo scrigno sia tutelato da ogni forma di aggressione».
Che tipo di strategie?
«Regolamentare le fasce orarie di treni e traghetti, per esempio. Ma anche prevedendo il numero chiuso e una serie di incentivi e disincentivi».
Praticamente?
«Per Capri è possibile immaginare corse di traghetti e aliscafi meglio spalmate durante i week end. Oppure, avviare la pratica delle prenotazioni. In questo modo nei porti e sull'isola stessa sarebbe possibile evitare che migliaia e migliaia di persone si accalchino alla stessa ora».
E gli incentivi e i disincentivi?
«Sconti in alcuni giorni e in alcuni orari. Così che se la domenica il biglietto del traghetto o di un museo costa una certa cifra; in altri giorni potrebbe costare meno».
Non c'è il rischio di impedire la «libera circolazione» dei cittadini?
«No. Soltanto di organizzare meglio la risorsa turismo ed evitare ulteriori danni anche all'immagine».
Venezia è patrimonio Unesco. Le Cinque Terre sono Parco nazionale: forse è più semplice che a Capri irrigimentare presenze ed escursioni.
«Il fatto che Capri non rientri tra i beni Unesco non significa che sia meno preziosa di altre località».
Come ha accolto la richiesta di «aiuto» del sindaco dell'isola azzura, Gianni De Martino?
«Con un plauso. L'ultima parola in tema di organizzazione delle singole città è materia di primi cittadini, ma in questi giorni chiederò al ministro Franceschini di organizzare un tavolo di lavoro su questi argomenti per individuare politiche condivise tra governo, consumatori, imprenditori».
A Capri c'è un turismo d'élite e un turismo «mordi e fuggi»: crede che questi ultimi visitatori creino un danno?
«Rischiano di scoraggiare quei turisti che potrebbero trascorrere qualche giorno di vacanza sull'isola e contribuire a dare nuova linfa agli operatori turistici e commerciali».
Però anche loro durante queste gite fuori porta spendono un po' di soldi che potrebbero far comodo a piccole botteghe, bar, stabilimenti balneari».
«Per proteggere i tesori italiani abbiamo anche bisogno di turisti che sappiano rispettare i luoghi in cui si trovano».
Che sappiano condividere e custodire la bellezza, insomma?
«Se il problema non viene rapidamente affrontato nelle sede istituzionali giuste, corriamo il rischio che in pochi anni buona parte del nostro patrimonio artistico e paesaggistico, subisca gravi situazioni di degrado fisico».
Proteggere la fonte turismo significa anche avere una serie di servizi efficienti.
«Più il sistema turistico è integrato, più è facile spalmare i visitatori in varie zone della località scelta. È chiaro che se la mèta è Venezia la tappa obbligata è piazza San Marco come a Capri è inevitabile la sosta in Piazzetta: ecco perché occorre una regolamentazione».
Ed è anche necessario che una località turistica internazionale non causi disagi come i continui black out energetici di Capri nonostante la nuova e costosa centrale elettrica?
«Una figuraccia. Dovremmo evitare che chi viene in Italia apprezzi la nostra terra ma poi tornando nel proprio Paese concluda con giudizi comunque poco confortanti. Basta con questo modo di dire però l'Italia è sempre l'Italia, se questo sottintende disservizi e disorganizzazione».
Pensa che al tavolo di confronto che chiederà al ministro Franceschini ci sarà modo di affrontare anche temi legati ai soldi pubblici utilizzati o sprecati nel settore turismo?
«Credo proprio di sì. Ritengo che nonostante questa legislatura sia quasi al termine possa ancora dare qualcosa di buono al Paese».