Carcere di Poggioreale, topi nella mensa degli agenti

Carcere di Poggioreale, topi nella mensa degli agenti
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 31 Maggio 2016, 12:25
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Niente più pasti durante i turni di servizio. Da venerdì scorso i circa 700 agenti della Polizia penitenziaria che lavorano nel carcere di Poggioreale rifiutano di sedersi alla mensa per consumare pranzo e cena. A lanciare la clamorosa di protesta sindacale è stato il Sappe - la sigla che raggruppa il maggior numero di iscritti a livello nazionale - che denuncia come l'inadeguatezza delle strutture del più sovraffollato istituto carcerario d'Italia e d'Europa finiscano per avere ricadute pesanti non solo sui detenuti ma anche sul personale penitenziario.

«Dal 27 maggio - spiega il segretario nazionale e responsabile per la Campania, Emilio Fattorello - il personale non consuma più i pasti della mensa per due ragioni: la bassa qualità e le condizioni igienico-sanitarie dei locali, non conformi alle normative vigenti. Gli strumenti per la disinfezione e il lavaggio di pentole e stoviglie è del tutto insufficiente. Abbiamo iniziato da Poggioreale ma a breve la protesta coinvolgerà anche i colleghi che operano nell'istituto di Secondigliano».

Oltre alle condizioni di locali fatiscenti e inadeguati ai servizi legati al vitto ora si è aggiunto anche un nuovo problema: la presenza dei topi. «L'avvistamento di ratti nelle aree circostanti i locali delle cucine e della mensa ci è stata più volte segnalata dai colleghi di Poggioreale - prosegue Fattorello - e riteniamo che questa sia una situazione intollerabile». La presenza dei roditori è solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso della protesta. «Anche a Secondigliano - denuncia il segretario nazionale del Sindacato autonomo della Polizia penitenziaria - la presenza dei ratti è aumentata: gli animali entrano ed escono dalle intercapedini lasciate aperte da lavori mai completati nelle sezioni detentive». Fattorello rivela un particolare che fa riflettere: la commissione di controllo prevista dal capitolato d'appalto istituita nel 2012 con il compito di verificare le condizioni igienico-sanitarie delle strutture penitenziarie ha eseguito in quattro anni una sola ricognizione, nel 2015.Ma dietro la protesta ci sono tanti altri motivi.

Dalle pressioni che ricadono sul personale penitenziario legate alla riforma Torreggiani (che garantisce ai reclusi almeno otto ore di «socializzazione», con tutti i rischi che da essa possono scaturire) alla situazione scandalosa dei bagni nella struttura di Secondigliano riservati agli agenti «tutti - afferma Fattorello - addirittura privi della porta»; dalla impossibilità di garantire, sempre a Secondigliano, la mobilità interna. Il benessere delle forze lavorative così non vieneè garantito».
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