Carceri, il progetto del Governo: vendere anche Poggioreale

Carceri, il progetto del Governo: vendere anche Poggioreale
Sabato 28 Maggio 2016, 11:38 - Ultimo agg. 17:28
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Vendere San Vittore, Regina Coeli, Poggioreale, in cambio di penitenziari nuovi, dove scontare la pena non sia una punizione aggiuntiva per via di strutture antiche e del sovraffollamento. Un progetto più volte vagheggiato, ma che adesso, per mano del Guardasigilli Andrea Orlando, sembra poter diventare realtà. Ne dà notizia il quotidiano La Repubblica che descrive il progetto: «Alienare San Vittore, Regina Coeli e Poggioreale e «guadagnare» strutture moderne.

Un progetto più volte vagheggiato ma che adesso, per mano del Guardasigilli Orlando, sembra poter diventare realtà. Da una parte via Arenula, dall'altra Cdp, la Cassa depositi e prestiti, che si è già misurata con esperienze di questo genere, come a Torino con la caserma, ormai ex, La Marmora, 20mila metri quadri convertiti in residenze e spazi collettivi del tutto restituiti alla città».

Il progetto all'ordine del giorno tra via Arenula e Cdp, potrebbe riguardare una dozzina di penitenziari, ma prenderebbe le prime mosse concentrandosi su tre di questi, peraltro i più importanti per storia, persone ospitate, localizzazione all'interno della città. Il carcere di San Vittore a Milano, che attualmente ospita 750 detenuti. Regina Coeli a Roma, con i suoi 624. E Poggioreale a Napoli con ben 1.640 ospiti. 

«Credo che un paese democratico si misura dalla capacità di dare diritti a chi diritti non ha e anche a chi ha violato il diritto.
In questo paese non abbiamo ancora carceri all'altezza di un paese democratico, si è fatto tanto ma ancora tanto va fatto. Questo paese deve costruire luoghi in cui si punta alla rieducazione della pena e di fare in modo che le persone che si trovano momentaneamente ristrette possano poi dopo trovare un'altra strada possibile: questo deve essere l'impegno dello Stato non tanto di ragionare sulla vendita delle carceri». Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Il riutilizzo della struttura? «siamo stati sempre della idea che quelli che erano i luoghi della detenzione devono diventare quello della liberazione», ha aggiunto.
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