È passata da un quarto d'ora la mezzanotte quando nel cielo davanti al Pronto Soccorso del Cardarelli compare un elicottero. Punta all'ospedale, deve scendere nell'eliporto e ripartire subito dopo. A bordo c'è una delle vittime del terremoto di Ischia. L'hanno estratta dalle macerie, la prima diagnosi parla di politrauma. Ovvero, diverse fratture. E, da scongiurare, l'ipotesi di emorragie e danni interni sfuggiti alla visita sull'isola. Viene trasferita direttamente in reparto e subito dopo verso i laboratori. È il primo viaggio di una lunga serie, di una spola che i soccorsi hanno fatto per gran parte della notte, da Ischia al Cardarelli e al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. In ospedale arriva anche una pattuglia della Compagnia Vomero dei Carabinieri.
La macchina dei soccorsi si è mossa subito, ma in affanno. Si fa quel che si può, che in situazioni così drammatiche è sempre troppo poco. Viene predisposto il trasferimento di alcuni medici e operatori sanitari ad Ischia, dovranno dare una mano al personale isolano che intanto ha allestito un triage davanti all'ospedale Rizzoli, in parte sgomberato. E vengono allertati gli ospedali sulla terraferma: mentre ancora si scava, dovranno essere pronti ad accogliere i feriti; tutto il personale dell'ospedale isolano è rientrato in servizio, ferie e permessi sono stati annullati. I trasferimenti verranno fatti in nave ove possibile, ma i più gravi devono essere trasportati quanto prima per le cure specialistiche e l'unico mezzo possibile è l'elicottero. I velivoli però sono pochi, quelli a disposizione del sistema sanitario non bastano.
E così iniziano a squillare senza sosta i telefoni. Dalla Centrale Operativa del 118 del Cardarelli viene contattata la Protezione Civile, già sul posto e attiva per fronteggiare l'emergenza. La speranza è che possa mettere un elicottero a disposizione di medici e infermieri e intanto viene preparato al decollo un aereo da Roma. L'ipotesi di utilizzare le idroambulanze per i pazienti gravi viene subito scartata per via delle condizioni del mare. Il primo bilancio, intorno alla mezzanotte, è già pesante: 25 feriti, 2 dei quali molto gravi. Tra questi ultimi c'è un uomo di 43 anni di Lacco Ameno, il primo trasportato al Cardarelli: arriva in codice rosso, ha il bacino fratturato ma è cosciente. E poi ci sono i dispersi. All'appello, durante le prime fasi dei soccorsi, mancano 4 persone. Si scava, sperando che, quando quel numero scenderà, non salirà quello dei morti. C'è da spostare anche i ricoverati del Rizzoli, almeno i più gravi.
Per cinque persone, ricoverate nella Rianimazione, viene predisposto il trasferimento nell'ospedale collinare. Un paziente viene trasportato al Monaldi, uno al vecchio Policlinico e viene predisposto, da effettuare appena possibile, il trasferimento di altre due persone al Pellegrini e al Nuovo Policlinico. All'una circa si diffonde la notizia che i Vigili del Fuoco hanno trovato qualcosa. Da sotto le macerie sentono la voce di bambini. Sono tutti piccoli, hanno 17 mesi, 4 e 6 anni, sono rimasti intrappolati quando le mura hanno ceduto. Sono vivi, ma le loro condizioni di salute sono ancora sconosciute: nel caso fossero necessari esami specialistici, anche loro verrebbero dirottati con tutta probabilità a Napoli. Quando sono quasi le due del mattino le notizie sono ancora vaghe. Le uniche ambulanze arrivate sono quelle che trasportano feriti dalla città.
Due feriti gravissimi trasferiti da Ischia in elicottero al Cardarelli
di Nico Falco
Martedì 22 Agosto 2017, 09:01
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