La Cassazione smonta l'inchiesta Romeo: «L'uso dei trojan è stato improprio»

La Cassazione smonta l'inchiesta Romeo: «L'uso dei trojan è stato improprio»
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 26 Luglio 2017, 08:59 - Ultimo agg. 27 Luglio, 08:41
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La madre di tutte le inchieste Consip, coordinata dai pm napoletani Henry John Woodcock, Enrica Parascandolo e Celeste Carrano della Dda napoletana, era concentrata sugli appalti di pulizie all'ospedale Cardarelli, dove era interessata anche la Romeo gestioni. Un comunicato della Procura, dopo la perquisizione disposta all'hotel Romeo, parlava di «acclarati collegamenti e rapporti tra le maestranze della Romeo gestioni ed esponenti della criminalità organizzata». Nel fascicolo compariva anche il nome di Giovanni Annunziata, ex dirigente del Comune di Napoli. Ed è proprio sul suo telefonino che gli inquirenti inseriscono il primo trojan per le intercettazioni nell'inchiesta sul Cardarelli. Un secondo viene poi collocato nel telefonino di Italo Bocchino, collaboratore di Alfredo Romeo. Un terzo tentativo, proprio sul cellulare di Romeo, va a vuoto: dopo due giorni, l'apparecchio si surriscalda e l'imprenditore lo porta a revisionare da un tecnico che scopre l'intrusione informatica.

Ma il mosaico delle intercettazioni (ai telefonini si aggiungono le microspie ambientali negli uffici di Romeo in via Pallacorda a Roma e poi all'hotel Romeo a Napoli) diventa un insieme di scatole cinesi in successione, su diversi apparecchi, che forniscono elementi per aprire più filoni d'indagine: sulla corruzione di Romeo all'ex funzionario Consip, Marco Gasparri; sul traffico di influenze a carico di Tiziano Renzi; sulla rivelazione di segreto d'ufficio a carico del ministro Luca Lotti; sul capitano dei Noe, Giampaolo Scafarto, per errori nella sua relazione investigativa. Tutte inchiesta ora alla Procura di Roma, mentre a Napoli è rimasta l'indagine iniziale sugli appalti di pulizia al Cardarelli e un nuovo fascicolo, sugli appalti al Policlinico, aperto proprio attraverso un'intercettazione di un colloquio di Italo Bocchino con un dirigente della struttura sanitaria universitaria. «Non ti preoccupare, a quegli appalti ci penso io» si sente dire dal funzionario.

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