Castellammare. Folla mai vista al pronto soccorso, al San Leonardo arrivano carabinieri

Castellammare. Folla mai vista al pronto soccorso, al San Leonardo arrivano carabinieri
Domenica 26 Febbraio 2017, 18:59
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Emergenza al Pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia per un eccezionale afflusso di ammalati che si è verificato oggi pomeriggio. Medici e infermieri sono stati costretti a chiedere l'intervento dei carabinieri tra le ore 14 e le ore 15, quando circa 100 pazienti hanno affollato il pronto soccorso del nosocomio stabiese, dove - durante questo turno - erano disponibili solo 2 medici e 4 infermieri. «Quanto si è verificato oggi, purtroppo, non può essere definita una situazione rara. Il pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, che copre un territorio molto vasto, non dispone di 'triagè, cioè di un filtro per dare priorità ai casi più urgenti e non è organizzato in modo da trattenere i pazienti meno gravi fuori dai locali in cui si interviene», spiega il dottor Marco Cimmino che si è trovato a fare fronte all'emergenza.

«Oggi sono entrato in servizio alle ore 14 e ho trovato due ammalati in condizioni critiche, ai quali non potevamo nemmeno assicurare la barella perché non ne avevamo disponibili - aggiunge il dottor Cimmino - Ma mentre cercavamo di dedicarci a questi due casi da codice rosso, uno da trasferire con urgenza ad altra struttura e l'altro da indirizzare altrove per eseguire particolari esami diagnostici che qui non effettuiamo, affluivano decine di casi da codice bianco: pazienti che lamentavano mal di pancia, mal di schiena, mal di testa.
Tutti nei corridoi a pretendere di essere curati con urgenza e nessun addetto a disciplinare i tempi d'attesa necessari». Il personale sanitario ha, quindi, chiesto l'intervento dei carabinieri della stazione di Castellammare di Stabia. «Questo ospedale, purtroppo - aggiunge il dottor Cimmino - all'accettazione non dispone di personale che regoli l'accesso agli ambulatori. Allo sportello viene solo chiesto nome e cognome del paziente, che poi entra come tutti gli altri, occupando corridoi, sedie, barelle, fino a costringere persino i medici a cedere le proprie sedie o a effettuare elettrocardiogrammi e persino terapie delicate ad ammalati appoggiati in condizioni precarie a causa del super affollamento della corsia».
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