Cimitile, prostituta venduta come merce fa arrestare il suo aguzzino

Cimitile, prostituta venduta come merce fa arrestare il suo aguzzino
di Nello Lauro
Mercoledì 4 Gennaio 2017, 21:34 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 00:19
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CIMITILE - Picchiata, venduta, minacciata e persino inseguita. Si era trasformata in un inferno la già difficile vita di una ventiquattrenne ucraina, arrivata in Italia in cerca di fortuna e presto finita sulla strada a vendere il suo corpo. La donna si è però ribellata ai suoi aguzzini, facendo arrestare il ventisettenne albanese Adriano Doda, il suo protettore, rimpatriato ieri a Fiumicino dopo la fuga in Romania.

La ventiquattrenne da tempo si prostituiva a Boscofangone, degradato lembo dell’area nolana in cui capita spesso di incrociare i volti senza espressione di giovanissime ragazze africane e dell’Est. Giunta nel Nolano per “battere”, quando il suo primo lenone era stato arrestato è stata venduta come merce a Doda. Un destino segnato, per lei, fatto di botte e minacce. Un destino che però ha voluto cambiare decidendo coraggiosamente di denunciare.

A raccogliere il suo racconto sono stati i carabinieri della stazione di Cimitile, guidati dal luogotenente Franco Di Gioia, che hanno ascoltato la tremenda storia della 24enne avviando le indagini. La donna, nei mesi successivi alla denuncia, è stata messa sotto protezione dai carabinieri perché costantemente intimidita e in un caso persino inseguita da banditi armati intenzionati a farle ritirare la denuncia. Tentativo inutile, perché la coraggiosa ragazza ucraina è rimasta ferma sulla sua decisione consentendo ai militari di individuare Doda, scappato nel frattempo in Romania. L’uomo ieri è stato consegnato dalla polizia rumena alle autorità italiane. Per lui si sono spalancate le porte del carcere di Rebibbia. Per Alina le ali della libertà.
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