Cittadinanza onoraria al leader curdo Ocalan. De Magistris: «É un'iniziativa non contro ma per la pace e la giustizia»

La cerimonia per la consegna della cittadinanza onoraria a Ocalan
La cerimonia per la consegna della cittadinanza onoraria a Ocalan
di Francesco Romanetti
Lunedì 15 Febbraio 2016, 16:39 - Ultimo agg. 16:59
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Da oggi Napoli ha un cittadino in più. Si chiama Abdullah Ocalan, detto "Apo" ("lo zio"). Di anni 65. Leader del movimento di liberazione curdo. Segni particolari: da 17 anni rinchiuso nell'isola-prigione di Imrali, in Turchia, dove è sottoposto ad un regime di isolamento assoluto. Con una cerimonia semplice ma intensa, questa mattina, a Palazzo San Giacomo, il sindaco Luigi De Magistris ha conferito la cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan, consegnando una pergamena ed una targa con medaglia al "curdo-napoletano" nelle mani della nipote Dilek Ocalan, parlamentare del Partito democratico del popolo (Hdp). Un gesto, quello del Comune di Napoli, di grande valore simbolico.

«Un'iniziativa - ha chiarito De Magistris - che non vuole essere contro, ma per: per costruire un ponte di pace e di dialogo, per dare voce ad un popolo oppresso che chiede diritti e libertà. Napoli, città della tolleranza, del dialogo e della convivenza tra popoli e religioni, non vuole essere complice del genocidio che sta avvenendo nel Mediterraneo ma vuole favorire ogni passo che proceda nella direzione della tolleranza e della pacificazione». A spiegare le ragioni della lunga lotta del movimento curdo è stato Carmine Malinconico, avvocato napoletano e dal 1998 componente del collegio difensivo internazionale di Ocalan. «Come Rete Kurdistan - ha spiegato Malinconico - abbiamo chiesto questo gesto alla città di Napoli ed abbiamo trovato in De Magistris e nell'amministrazione comunale un interlocutore sensibile. E da Napoli, oggi, 15 febbraio, a 17 anni esatti dall'arresto di Ocalan in Kenia e della sua consegna ai turchi, viene un segnale straordinario, di coraggio e solidarietà».
 




Visibilmente commossa, Dilek Ocalan ha ringraziato: «Diciassette anni fa, con un complotto internazionale - ha detto - si è cercato di tagliare la lingua all'intero popolo curdo. Ma quel tentativo è fallito e lo dimostra il fatto che oggi siamo qui». Una scelta, quella dell'amministrazione napoletana, che non poteva piacere a tutti. Né sono mancate pressioni, da parte dell'ambasciata turca - passate, a quanto pare, anche attraverso la Prefettura - perché l'iniziativa fosse impedita. «Ma noi crediamo nella diplomazia dal basso - ha rivendicato De Magistris - Nessuno pensi di farci rinunciare alla nostra ambizione di perseguire la giustizia e la pace e di dare il nostro sostegno ai popoli che ambiscono a giustizia e pace. Da questo punto di ista, noi ci schieriamo: non contro, ma per».

Dalle 18, dibattito e musica al teatro Politeama. Con De Magistris e Dilek Ocalan discute Nicola Quatrano, presidente di Ossin, osservatorio internazionale per i diritti umani. A seguire concerto con 99Posse, Daniele Sepe, E Zezi, Jovine, Franco Ricciardi, Granatino, Enzo Dong, O’Rom, Daniele Sansone, Zerocalcare ed altri.

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