Consiglio regionale, approvato lo statuto. Scontro su Graziano, De Luca: «Noi al fianco della magistratura»

Consiglio regionale, approvato lo statuto. Scontro su Graziano, De Luca: «Noi al fianco della magistratura»
di Gerardo Ausiello
Venerdì 29 Aprile 2016, 12:10 - Ultimo agg. 17:52
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Al via i lavori del Consiglio regionale. Primo punto all'ordine del giorno la legge di modifica dello statuto, alla seconda lettura, su cui si preannuncia battaglia delle opposizioni. In particolare il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Tommaso Malerba, va all'attacco del governatore Vincenzo De Luca e della maggioranza: "Calpestano la democrazia - è l'affondo - la priorità per la Campania non è la modifica dello statuto, bensì la sanità e i trasporti".

Ma cosa prevede il disegno di legge? L'aspetto più rilevante è l'estensione della questione di fiducia posta dal presidente della Giunta regionale alle materie di particolare rilevanza definite strategiche nella risoluzione di approvazione del Dpef (il Documento di programmazione economico e finanziaria regionale); il testo prevede altresì la procedura d’urgenza per l’approvazione di un disegno o di una proposta di legge ritenuta dalla giunta di particolare rilevanza per l’attuazione dell’indirizzo politico o attuativa degli impegni definiti strategici nella risoluzione di approvazione del Dpef.

In apertura della seduta il capogruppo dei Verdi Francesco Borrelli ha commemorato Franco Mancusi, il giornalista de Il Mattino scomparso nei giorni scorsi, e ha richiamato l'attenzione dell'Aula sul peschereccio di cui si sono perse le tracce e a bordo del quale ci sono anche marinai campani.

Assente il consigliere regionale e presidente del Pd campano Stefano Graziano, coinvolto nella recente indagine sul clan dei Casalesi. Proprio contro di lui si è scagliata Valeria Ciarambino, consigliere dei Cinque Stelle: "In prima lettura lo statuto è stato approvato grazie agli emendamenti presentati da Graziano, finito nel mirino della magistratura per accuse pesanti. Così si affida la riscrittura dello statuto a un indagato per camorra". Poi Ciarambino cita alcune frasi di Paolo Borsellino sui rapporti tra politica e criminalità organizzata e chiede le dimissioni del consigliere regionale e presidente del Pd campano. Non mancano le bordate a Renzi e De Luca "compagni di bavaglio, gemelli diversi".

A Ciarambino replica il presidente della Prima Commissione, Alfonso Piscitelli, che tuona: "Basta con questo scempio. I Cinque Stelle parlano di tutto tranne che dell'argomento all'ordine del giorno. In questo modo si viola il regolamento". Rincara la dose il capogruppo del Pd Mario Casillo: "Le accuse a Graziano sono gravi e ci colpiscono personalmente e come partito. Ma non è corretto che si faccia un processo pubblico a chi è indagato, non imputato né condannato. Quale opposizione vuole fare il Movimento 5 Stelle? Gettare solo fango o fare un lavoro costruttivo? E basta con le accuse, anche su Facebook, come quelle della grillina Muscarà altrimenti sarò io a denunciare voi alla magistratura". 

Quindi il richiamo del vicepresidente del Consiglio regionale, Tommaso Casillo, che presiede momentaneamente l'aula al posto del presidente Rosetta D'Amelio, al regolamento: "Negli interventi ci si deve attenere solo agli argomenti all'ordine del giorno". E' il turno di Muscarà, che risponde a Mario Casillo: "Invece di spiare le pagine Facebook altrui la maggioranza si svegli dal suo torpore. Vi ho chiamato gentaglia, è vero, ma intendevo persone poco raccomandabili, come si legge dal dizionario. Le mani della maggioranza sono mani poco raccomandabili. Voi la ritenete un'offesa? Per me è la realtà. E vi ricordo che la vicenda Quarto (l'indagine in cui sono coinvolti esponenti del Movimento 5 Stelle, ndr) fu sollevata da voi in aula pur non essendo all'ordine del giorno".

Tocca a Borrelli replicare a Muscarà: "Leggere una pagina Facebook significa essere spioni? E' lei, Muscarà, la più gentaglia delle gentaglie, la persona meno raccomandabile presente in quest'aula. Questo è uno schifo". Altro richiamo del vicepresidente Casillo, che minaccia di togliere la parola a chi interviene su argomenti diversi rispetto a quelli all'ordine del giorno. 

Il capogruppo di Forza Italia Armando Cesaro annuncia l'astensione del proprio gruppo: "Noi siamo e saremo sempre garantisti, e non lo siamo a giorni alterni quando magari l'indagato non è del nostro partito. Quanto allo statuto, alla riunione dei capigruppo con De Luca si è discusso di alcune modifiche. Io sono contrario al voto di fiducia ma capisco l'esigenza della maggioranza che potrebbe essere costretta ad approvare alcuni provvedimenti con una certa urgenza. Al tavolo con De Luca è stato preso l'impegno di modificare anche il regolamento. La prima volta abbiamo votato contro ma in questo caso, vista la discussione costruttiva fatta, ci asterremo".

Nel merito interviene anche il governatore: "Questa modifica statutaria è un atto di rispetto per i cittadini campani, che hanno votato un programma e che noi dobbiamo doverosamente realizzare nelle condizioni di maggiore efficacia - spiega De Luca - E' anche un atto di rispetto verso il Consiglio regionale. Noi avremmo potuto fare la scelta della furbizia con un sistema molto semplice che strozza il dibattito e annulla la trasparenza, ovvero inserire nel collegato alla legge di stabilità tutto quello che si può facendo votare la fiducia. Questa sì è una prassi offensiva verso il Consiglio e per le ragioni della trasparenza. Preferireste questa strada? A me non pare rispettosa. E' mille volte più rispettosa la strada del confronto trasparente, vero, anche nelle diverse posizioni, non quella delle leggi occulte in un provvedimento da 300 articoli. Alla fine poi dovremo modificare il regolamento per dare attuazione a quello che diciamo. Rinvio quindi alla conferenza dei capigruppo la definizione di tutti i dettagli, come promesso. Ci si impegna a individuare un percorso che dia ulteriore possibilità di dibattito e di esplicitazione delle posizioni dei consiglieri e dei gruppi". De Luca si sofferma inoltre sull'inchiesta che ha coinvolto Graziano: "Su questo non è possibile tacere naturalmente ma la nostra posizione è chiara: parliamo di camorra e quindi non sono possibili mezze parole o posizioni equivoche. Sostegno incondizionato alla magistratura: vada avanti in tutte le direzioni e nei confronti di tutte le forze politiche senza guardare in faccia nessuno. La giunta regionale è all'avanguardia nella battaglia per la legalità e la trasparenza. Siamo l'unica Regione italiana che ha un patto con l'Autorità anticorruzione, in particolare sull'ambiente e abbiamo già avviato la gara per le ecoballe con un capitolato scritto dall'Anac. Siamo in campo in maniera rigorosa per la legalità assoluta e nella battaglia contro la camorra. E se la ricerca della legalità riguarda esponenti della mia parte politica, sollecito la magistratura ad andare avanti con ancora maggiore determinazione".

Ma sia chiaro, aggiunge il presidente della giunta, "noi sosteniamo anche la Costituzione, che dice che si è innocenti fino al terzo grado, mentre c'è chi ha già fatto il processo a questo consigliere regionale. Trattandosi di camorra abbiamo un dovere in più, di prudenza e ovviamente di trasparenza. Ma questo non significa ad abbandonarsi alla pratica, diffusa in Italia, dell'imbarbarimento. Io non faccio il magistrato, uno dei lavori più complessi in assoluto, e dunque non mi insedio sulla poltrona del giudice giudicante. Credo che questo debba essere l'atteggiamento delle persone perbene". De Luca non fa sconti neppure al Pd: "Probabilmente anche il Pd ha sbagliato ad accentuare la vicenda di Quarto". 

E' il momento della votazione sul disegno di legge di modifica dello statuto: il provvedimento viene approvato a maggioranza (30), con il voto contrario dei grillini (7) e l'astensione del centrodestra (8). 
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