Convenzione ponte e restyling:
i tempi infiniti del San Paolo

Convenzione ponte e restyling: i tempi infiniti del San Paolo
di Luigi Roano
Martedì 20 Settembre 2016, 09:12 - Ultimo agg. 21:34
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L'ultimo contatto con il Comune - per la precisione con l'assessore allo Sport Ciro Borriello e il capo di Gabinetto Attilio Auricchio - c'è stato la settimana scorsa via cavo: «Pronto? Sono Aurelio come va?». La sorpresa dall'altro capo del telefono palpabile, anche perché tanto Borriello quanto Auricchio stavano andando al Coni per chiudere il pacchetto del mutuo da 25 milioni che il Comune sta contraendo per rendere il San Paolo più accogliente. Sembra - stando a quello che trapela - che tuttavia la questione non sia stata approfondita e che il presidente abbia chiamato per salutare, e chissà, forse per capire come portare in porto la convenzione che dovrebbe regolare il rapporto tra Ssc Napoli e il Comune, proprietario dello Stadio.

Ecco, oggi questo è un nodo più importante da sciogliere, il timing dei problemi da risolvere parte da questo punto preciso dell'orologio, dove le lancette del tempo sembrano essersi fermate all'estate del 2015. Quando il progetto di restyling del San Paolo presentato dal patron Aurelio De Laurentiis fu respinto da Palazzo San Giacomo. Il Napoli, attualmente tra le 15 società più forti d'Europa, e dunque del mondo, gioca al San Paolo con una autorizzazione che viene rilasciata di volta in volta: vale a dire ogni tre giorni. Basterebbe che un funzionario del Comune si ammalasse, che uno della Società stia fuori sede e dunque il «tavolo tecnico» non al completo per far saltare la suddetta autorizzazione. E lasciare Milik e compagni senza stadio, al punto da migrare altrove per inseguire il sogno scudetto e non solo. Fantaburocrazia? Mica tanto. «La convezione - racconta Auricchio - la firmeremo entro quest'anno, c'è stato il cambio del Consiglio comunale e i nuovi devono leggersi le carte, siamo speranzosi di regolare il rapporto entro Natale. Per il resto il tema caldo è che il Comune sta andando avanti con il suo progetto di rendere il San paolo più confortevole e più sicuro». E come va con il patron? Auricchio non si esime: «Serenità, integrazioni del progetto da parte di De Laurentiis, con le sue idee che già conosciamo, sono sempre possibili, ma se ne parlerà dopo le Universiadi del 2019. Noi entro febbraio dobbiamo avere un San Paolo all'altezza della Champion, ed entro il 2017 il nostro progetto dovrà essere chiuso».

Urge a questo punto spiegare ai tifosi che il San Paolo sarà più bello e accogliente entro al fine del 2017 ma non sarà lo stadio dei sogni. È il secondo step dopo la convenzione, senza la quale la Società non può programmare e il Comune non sa cosa chiedere alla Società. E sullo stadio da 20mila posti che il patron vorrebbe fare cosa dice il Comune? «Noi andiamo avanti con il nostro progetto poi il presidente è libero di fare quello che vuole, per me sono pochi 20mila posti» ribadisce l'assessore Borriello. Veniamo al timing del Comune per migliorare il San Paolo. La messa in sicurezza partirà a brevissimo questione di settimane, si tratta di mettere mano agli impianti da quello elettrico a quello idrico e naturalmente ai bagni.

Poi i tifosi potranno iniziare a toccare con mano qualcosa di nuovo, i sediolini saranno interamente sostituiti e questo fatto andrà incontro in qualche modo ai desiderata di De Laurentiis. Le normative nazionali ed europee hanno stabilito in 8-9000 posti la capienza massima dei settori più popolari.

Soprattutto negli stadi antichi, ed è il caso di Napoli. Così, il restyling da 25 milioni del San Paolo promosso dal Comune attraverso un mutuo con il Credito sportivo, prevede la diminuzione di almeno 10mila posti. Da 62mila e 200 si scenderà a 52mila. In virtù anche del fatto che i sediolini saranno più grandi e occuperanno più spazio. 

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