Queste reti sono presenti solo da alcuni mesi, ce ne sono perlomeno tre lungo la parete e da mesi sono state segnalate». L'Iups denuncia anche che «da sempre - si legge - nei fondali di Procida e Ischia viene svolta l'attività illecita di pesca del Corallo, ma nell'ultimo anno e mezzo abbiamo avuto l'evidenza visiva del prelievo per il conseguente chiaro depauperamento delle colonie di Corallo rosso presenti a Punta Pizzaco a Punta Solchiaro sempre a Procida e Punta Sant'Angelo a Ischia (una zona a tutela integrale, dove sono consentite solo immersioni sportive guidate e contingentate come numero)».
Secondo le ricognizioni di Ruspantini «la pesca è avvenuta sia a profondità appena superiori ai limiti ricreativi di 38-45 metri, sia a profondità più elevate tra 45 e 70 metri.
Certamente il Corallo è stato anche pescato, nel caso di Punta Solchiaro e Punta Sant'Angelo, a profondità prossime ai 100 metri anche se in questo caso non ho avuto per ora la possibilità di constatarlo personalmente. Ed infine abbiamo tutti i motivi per credere che il Corallo sia stato pescato anche in piena zona A di riserva integrale che include la Secca della Catena, tra Procida e Ischia, chiusa da anni alle immersioni e quindi naturalmente fuori dal controllo che la presenza dei subacquei sportivi e professionisti garantisce».