Coronavirus a Napoli, ospedali senza posti e il 118 va al collasso: «Attese di cinque ore»

Coronavirus a Napoli, ospedali senza posti e il 118 va al collasso: «Attese di cinque ore»
di Melina Chiapparino
Giovedì 26 Marzo 2020, 23:00 - Ultimo agg. 27 Marzo, 11:56
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Ci sono volute cinque ore in ambulanza, prima del ricovero ospedaliero di un paziente. Era un caso sospetto di Coronavirus e questo è solo uno degli episodi che stanno mettendo a dura prova l’assistenza sanitaria a Napoli. Nelle ultime settimane, il servizio del 118 sta faticosamente affrontando rallentamenti e difficoltà spesso causati dall’impossibilità di ricoverare immediatamente i pazienti nei presidi, ormai al collasso. Medici, infermieri e operatori del servizio di emergenza non si risparmiano, dedicandosi anima e corpo a turni sfiancanti ma l’impatto dell’emergenza Coronavirus si fa sentire ogni giorno di più. 

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Gli episodi che fanno emergere la sproporzione tra la necessità di assistere velocemente i pazienti e la ricezione delle strutture si stanno verificando frequentemente. Mercoledì scorso, il 25 marzo, un’ambulanza che aveva soccorso un paziente sospetto Covid-19 in via Comunale Margherita, a Chiaiano, ha dovuto attendere più di tre ore per accedere all’ospedale Cotugno. Il giorno prima, il 24 marzo, un altro caso sospetto di contagio, soccorso dall’ambulanza al Vomero intorno alle 16.30 è stato ricoverato all’ospedale Sant’Anna di Caserta, dove è arrivato alle 21, dopo aver cercato invano posto al Cardarelli e successivamente al Cotugno. Lo stesso giorno, un’altra ambulanza ha assistito una donna, sempre per sospetto Coronavirus e con il marito già ricoverato al Cotugno. La signora, prelevata nella sua abitazione a ridosso di via Vespucci, è stata trasportata all’Ospedale del Mare dove nonostante la condizione di “codice rosso” ha dovuto attendere circa un quarto d’ora. Successivamente, la paziente è deceduta nonostante l’assistenza prestata dai rianimatori del presidio di Ponticelli. 

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Un episodio simile è avvenuto lunedì, 23 marzo, durante il soccorso di una donna, affetta da pericardite ai Colli Aminei, indicata come caso sospetto di Covid-19 e trasportata al Cardarelli dove i sanitari del 118 hanno dovuto attendere circa un quarto d’ora per l’accesso al pronto soccorso. La paziente, che è stata successivamente intubata nel presidio collinare, non ce l’ha fatta. Quasi lo stesso copione si è verificato durante il soccorso di un uomo a Chiaiano, sempre il 24 marzo e per sospetto contagio. Il paziente, anche lui indicato come codice rosso, è stato trasportato al Cardarelli ma successivamente dirottato all’Ospedale del Mare dove i sanitari hanno dovuto attendere più di 20 minuti per l’accesso al pronto soccorso dopo il quale l’uomo è stato ricoverato. In alcuni casi, sono intervenute le forze dell’ordine come domenica scorsa, 22 marzo. Un’ambulanza ha prelevato intorno alle 22.15, un anziano, caso sospetto di Covid-19, all’interno della Clinica Villa Camaldoli trasportandolo come “codice rosso” al Cardarelli. Nel presidio era stata dichiarata l’indisponibilità per l’accesso al pronto soccorso ma l’anziano era stato già sottoposto a ossigenoterapia con le bombole di cui era dotata l’ambulanza medicalizzata. Dopo l’intervento delle volanti della Polizia di Stato che hanno verbalizzato l’accaduto, l’anziano è stato assistito all’interno della tensostruttura di cui il Cardarelli è stato dotato. 
 


Negli ultimi giorni, aumentano i trasferimenti dei pazienti con sospetto Covid-19 nei presidi ospedalieri di Caserta, Maddaloni, Ariano Irpino e Vallo della Lucania, condizione che comporta anche l’occupazione del mezzo di emergenza per diverse ore. «Abbiamo distinto le postazioni 118 dedicandone una parte esclusivamente al Covid-19, per assicurare i dispositivi di protezione ai sanitari, anche il triage telefonico ora è mirato - spiega Giuseppe Galano direttore del 118 - è un momento “bellico” dove dobbiamo ragionare in maniera straordinaria». L’appello è rivolto «ai pazienti che spesso chiamano senza riferire tutti i sintomi - aggiunge Galano - perché temono di non essere soccorsi, invece devono assolutamente riferirci tutto perché solo così possiamo garantire assistenza e tutela della salute di tutti in questo particolare momento».
 

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