Malati morti di Covid in Campania, la prima autopsia: «L’infezione causa una maxi trombosi»

Malati morti di Covid in Campania, la prima autopsia: «L’infezione causa una maxi trombosi»
di Ettore Mautone
Giovedì 28 Maggio 2020, 23:29 - Ultimo agg. 29 Maggio, 16:41
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Covid-19: effettuata ieri a Giugliano la prima autopsia su un caso conclamato in Campania. Nella nuovissima struttura della Asl Napoli 2 nord sono in realtà già stata eseguiti, negli ultimi due mesi, 10 esami necroscopici su pazienti sospetti Covid, sempre nell’ambito di indagini disposte dall’autorità giudiziaria a fronte di nessun’altra indagine del genere eseguita finora in Campania, anche a causa dell’inagibilità delle sale autoptiche dell’Università Federico II la cui funzione obitoriale sarebbe attribuita al Comune.

LA RICERCA
Le autopsie, nei decessi causati da una malattia nuova come il Covid, sono fondamentali per capire l’origine delle morti e sciogliere nodi clinici ancora irrisolti. Dati frammentari sono arrivati da alcune autopsie (una cinquantina) condotte soprattutto tra Bergamo e Brescia durante la fase acuta dell’epidemia e che hanno confermato i sospetti di molti rianimatori e infettivologi che al letto del paziente vedevano un quadro clinico inaspettato. Ossia non tanto una polmonite virale, per quanto severa, come annunciato dalla Cina ma una malattia sistemica, di tipo vasculitico e tromboembolico su base iperinfiammatoria che diventava letale nonostante gli interventi rianimativi. Una patologia a partenza polmonare ma estesa a reni, cuore e anche cervello. I clinici del Cotugno e di altri Covid center, hanno subito intuito questo quadro e sono ricorsi a una correzione di rotta nelle cure (eparina, cortisone e altri antinfiammatori biologici come Tocilizumab). Avere a disposizione un riscontro autoptico è utilissimo per mettere a punto cure più mirate ed efficaci.

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LE SALE SETTORIE 
La struttura giuglianese è l’unica in Campania a rispondere ai requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici necessari ad effettuare l’esame autoptico su pazienti con infezione da Covid 19 ma non ha funzioni di ricerca. Le richieste sono venute tutte nell’ambito di indagini delle Procure di Napoli, Napoli Nord e Benevento. Nelle prossime ore è attesa la salma di un paziente conclamato Covid 19. Ai medici legali, in questi casi, è richiesto di valutare le lesioni anatomopatologiche per determinare la causa della morte. Quando la valutazione avviene dopo 72 ore dalla morte non è più possibile reperire il virus con il tampone. A Giugliano l’equipe guidata da Maurizio Municinò, ha verificato in alcuni dei casi sospetti, e in quello conclamato, la presenza a livello macroscopico di lesioni fibrotiche polmonari e coagulazioni vasali (trombi) riconducibili appunto all’infezione. In un caso si sono evidenziate aree polmonari con colorazioni molto marcate anch’esse qualificabili come zone trombotiche. Per tutte le autopsie effettuate si è in attesa delle diagnosi anatomopatologiche degli organi e dei tessuti prelevati. 

IL MANAGER
«Il Centro di Medicina Legale di Giugliano - sottolinea Antonio d’Amore, manager dell’Asl Napoli 2 Nord - è stato inaugurato lo scorso novembre e se ne inizia a comprendere tutto il valore. È l’unico in Campania uno dei pochi in Italia capace di rispondere alle stringenti prescrizioni del Ministero della Salute circa le autopsie su pazienti Covid. Oltre alle convenzioni con la Procura di Napoli e Napoli Nord abbiamo chiuso convenzioni con Benevento e stiamo dialogando con le Procure di Avellino e Torre Annunziata per accordi analoghi». La struttura di Giugliano è dotata di una sala settoria con docce di decontaminazione, sistema di areazione a pressione negativa e sistema di filtrazione dell’aria in uscita, la Tac, celle frigorifere. Dotazioni che la qualificano come unica in Campania quale centro di terzo livello.

Per le vecchie sale del policlinico universitario si attende invece che Comune, Università e Procura di Napoli definiscano l’iter per i necessari lavori di adeguamento alle attività di ricerca. 

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