I 23 sono indagati a vario titolo per peculato, corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, abuso d'ufficio, calunnia, falsità materiale in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale e violenza privata. Tra questi, oltre al comandante della Polizia Municipale, anche tre componenti del comando di polizia e tre componenti dell'ufficio tecnico del Municipio di Procida.
Tra i casi più eclatanti: l'appropriazione di una somma pari a 3.000 euro come diritti di segreteria destinati invece al «Regno di Nettuno», e la mancata demolizione di immobili abusivi oggetto di procedura giudiziale da parte della Procura generale.
In quattro casi, attraverso false attestazioni, il colonnello Trotta avrebbe finto di aver eseguito demolizioni disposte dall'Autorità Giudiziaria o avrebbe segnalato l'impossibilità di procedere. In questo modo il comandante della Polizia Municipale avrebbe consentito agli autori degli illeciti edilizi di conservare la disponibilità dei manufatti abusivamente rea1izzati, salvo poi tentare di scaricare le responsabilità sull'ex sindaco di Procida, Vincenzo Capezzuto, mediante una documentazione fabbricata a tavolino dalla quale sarebbe emersa l'inerzia del sindaco nell'esecuzione delle demolizioni.