Così il cibo delle navi Tirrenia diventa solidale

Così il cibo delle navi Tirrenia diventa solidale
di Marco Perillo
Lunedì 22 Febbraio 2016, 09:36 - Ultimo agg. 15:52
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Anticamente i poveri sostavano all'esterno delle taverne e delle osterie nella speranza che il cibo non utilizzato venisse regalato. Oggi accade qualcosa di diverso e di ancor più lodevole. Cambiano i tempi e la soliderietà mette in campo strategie e sinergie che mirano al non spreco e alla qualità. Il progetto «Pasto Buono» della QUI Foundation, onlus nata a Genova e attiva dal 2007 nella raccolta del cibo invenduto, è uno di questi esempi. Un'iniziativa su scala nazionale arrivata anche a Napoli e che prevede il recupero delle eccedenze alimentari dai locali della ristorazione per donarlo ai bisognosi e alle mense caritatevoli.
 



La fondazione mette in contatto i locali del food con con il territorio - in questo caso il Csv Napoli ha coordinato i contatti con le caritas e le onlus - facendo in modo che si crei un circolo virtuoso in cui le eccedenze vengono «salvate» e usate per far del bene. La Fondazione ha stretto accordi con ristoranti, rosticcerie delle diverse città in cui opera, ma in questo caso con grandi partner come la compagnia di navigazione Tirrenia. Più è ampia la rete, più cibo si riesce a recuperare e quindi donare. Grazie ai numerosi accordi attivati in questi anni, il numero di pasto serviti è in aumento. «Abbiamo raccolto quasi 500mila pasti dalla nascita del progetto ad oggi, e puntiamo al milione. Questo anche grazie al supporto di partner importanti come Tirrenia, che collabora con la nostra Onlus in molti porti italiani, e di realtà no profit come il Csv di Napoli - commenta Gregorio Fogliani, presidente di QUI Foundation. Pasto Buono (www.pastobuono.it) è nato nel 2007 dalla necessità di rispondere a due problemi: quello della fame e quello degli sprechi alimentari, un fenomeno che in Italia costa oltre 8 miliardi l'anno».

«E in più racconta Paolo Arrigoni - segretario generale di QUI Foundation - le aziende che aderiscono alla nostra fanno anche un'operazione di marketing: donando cibo invenduto si dà anche la certezza che il cibo prodotto sia davvero fresco ogni giorno». Entusiasta dell'iniziativa la società di navigazione Tirrenia. Parola del comandante Antonio Coppola: «Al volonatariato di terra forniamo l'invenduto nei nostri ristoranti a bordo, compresa la mensa degli addetti ai lavori. E non si tratta di scarti, ma di cibo di qualità, consegnato nei tempi giusti affinché mantenga le sue proprietà organolettiche. Dopo Civitavecchia, Cagliari e Genova adesso tocca al porto di Napoli». Pasto Buono è stato attivato, ormai, in tutte le principali città italiane.

E Napoli? La città partenopea sta rispondendo nei migliori modi possibili a questa provvidenza organizzata.
Lo testimoniano alcuni beneficiari come Associazione San Vincenzo de' Paoli a Porta Capuana, che ogni giorno riesce a sfamare almeno una cinquantina tra senzatetto e persone sfortunate o la caritas della Basilica di Sant'Antonio ad Afragola, che quotidianamente dona pasti a quasi 150 persone.

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