Crollo in Galleria e omicidio colposo, in sette rinviati a giudizio: a ottobre il processo

Crollo in Galleria e omicidio colposo, in sette rinviati a giudizio: a ottobre il processo
di Viviana Lanza
Giovedì 5 Maggio 2016, 15:59 - Ultimo agg. 6 Maggio, 09:54
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Il processo sul crollo alla galleria Umberto si farà. Il giudice dell’udienza preliminare ha appena deciso il rinvio a giudizio degli imputati accusati di «negligenza, imperizia, imprudenza, inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline» e per questo coinvolti, ciascuno a vario titolo, nell’inchiesta sul crollo di un frammento del cornicione esterno della Galleria Umberto che, nel luglio di due anni fa, provocò la morte di Salvatore Giordano, il 14enne colpito alla testa mentre passeggiava con gli amici in via Toledo. 

Il processo inizierà il cinque ottobre davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Napoli. Sette gli imputati tra amministratori di condominio e dirigenti e impiegati pubblici.

Si procede per i reati di omicidio colposo e crollo colposo. Nel processo i familiari di Salvatore si costituiranno parte civile, assistiti dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani. I legali, puntando su documenti relativi a segnali di pericolo inascoltati, avevano presentato nei mesi scorsi una denuncia chiedendo alla Procura di valutare la documentazione prodotta e stabilire se vi fossero o meni i presupposti per procedere anche nei confronti del sindaco Luigi De Magistris. Il fascicolo è stato iscritto a modello 45, cioè come «atto che non costituisce reato».


Il processo riguarderà quindi gli amministratori di condominio che si sono alternati nella gestione dello stabile di piazzetta Matilde Serao, un direttore che si occupò di coordinare i lavori di ristrutturazione dell’edificio per conto del condominio, un dirigente comunale e due tecnici del servizio di protezione civile del Comune.
Al cuore del processo c’è la tragedia che si verificò il 5 luglio 2014 quando il frammento di un rosone dello storico edificio di via Toledo si staccò, cadde e colpì alla testa Salvatore Giordano. Salvatore aveva 14 anni, viveva a Marano e con i compagni di classe quel pomeriggio era a Napoli per una passeggiata sul lungomare. A Mergellina non ci arrivò mai. Morì dopo quattro giorni di agonia, in ospedale.
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