Cure per il tumore al pancreas
medici riuniti al Cardarelli

Cure per il tumore al pancreas medici riuniti al Cardarelli
Sabato 17 Settembre 2016, 11:52
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«In Campania la migrazione sanitaria continua ad essere un grave problema, e spesso a spingere i pazienti verso altre regioni è la necessità di dover curare un cancro. Per il tumore del pancreas, uno dei più letali, partono verso altre regioni circa 250 pazienti, il 40% dei nuovi casi diagnosticati». I dati emergono dal convegno dell’Associazione dei chirurgi ospedalieri italiani presieduto da Carlo Molino e ospitato  al Cardarelli di Napoli. dove si pratica un intervento innovativo a pazienti altrimenti inoperabili. «Questa tecnica non termica – spiega Molino – si usa nel  trattamento dei tumori del pancreas non resecabili e non suscettibili di termoablazione. Si usano campi elettrici che di fatto uccidono le cellule tumorali alterando la permeabilità delle membrane. In questo modo le strutture vascolari o biliari non vengono intaccate dal processo di distruzione del tumore. Altro vantaggio è quello di poter intervenire con una guida ecografica, questo consente di inserire e  posizionare gli aghi nel tumore, attraverso i quali viene poi trasferita la corrente. L’obiettivo di questo convegno è anche quello di arrivare alla validazione di un protocollo che possa servire da guida nel trattamento dei casi che ogni chirurgo può trovarsi a dover affrontare».

Una delle caratteristiche che rendono il tumore del pancreas estremamente pericoloso è l’assenza di sintomi evidenti in una fase iniziale. In realtà anche quando sono presenti sintomi si tratta di disturbi aspecifici, che possono essere facilmente attribuiti ad altro sia dai pazienti sia dai medici. Questo in molti casi comporta una diagnosi tardiva, quando la malattia è già estesa. Sintomi più chiari, ma comunque variabili a seconda della zona del pancreas colpita dalla neoplasia, compaiono quando il tumore ha iniziato a diffondersi agli organi vicini o ha bloccato i dotti biliari. Alcuni di questi campanelli d’allarme sono la perdita di peso e di appetito, ittero, dolore nella parte superiore dell'addome o nella schiena, debolezza, nausea o vomito. In alcuni casi, circa il 10 per cento, il paziente può sviluppare il diabete.

 Al convegno di Napoli hanno preso, tra gli altri, Robert Martin,  che ha messo a punto la tecnica di elettroporazione irreversiblie praticata anche al Cardarelli. Ad aprire i lavori il manager del Cardarelli Ciro Verdoliva, con Diego Piazza (Acoi),  Francesco Corcione (Sic), Francesco Stanzione (Acgc), Guido De Sena (presidente onorario del convegno) e naturalmente Molino.
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